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Il governo dello stato brasiliano di Acre, al confine con Bolivia e Perù, ha confermato oggi che più di 11.000 persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa dello straripamento del fiume Acre, che questa mattina ha raggiunto il livello di guardia di 16, 2 metri, confermando lo stato di emergenza in 17 città. In 10 di esse la situazione in queste ore è progressivamente peggiorata, per questo sono stati allestiti 58 rifugi idonei a ospitare gli sfollati. Tra i comuni in stato di emergenza: Assis Brasil, Brasileia, Capixaba, Cruzeiro Do Sul, Epitaciolandia, Feijo, Jordao, Mancio Lima, Marechal Thaumaturgo, Placido De Castro, Porto Acre, Porto Walter, Rio Branco, Santa Rosa Do Purus, Sena Madureira, Tarauaca e Xapuri. Di questi, quello di Jordao è ritenuto il comune più critico, con l’80 per cento della popolazione locale investita da una marea d’acqua, fango e detriti. Ora, nello Stato di Acre le autorità locali sono in attesa della firma del decreto governativo, poiché solo con il riconoscimento di calamità naturale i trasferimenti e le forniture necessarie potranno essere trasferite nella regione. Lo straripamento del fiume Acre ha interessato anche il comune boliviano di Cobija, dove sono state evacuate circa 500 famiglie. Una situazione definita catastrofica dai governanti locali. Le acque del fiume Acre hanno iniziato a salire domenica scorsa a causa delle piogge incessanti registrate nell’area. Secondo le statistiche, il 2024 è finora l’anno peggiore con la piena del fiume Acre salito di oltre 2 metri, rispetto ai 14 e 15 metri registrati nelle alluvioni del 2012 e 2015.