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La protesta. Presidio degli agricoltori a Modica

Tempo di lettura: 2 minuti
“Gli agricoltori ed i consumatori traditi dalle istituzioni regionali, dal governo centrale, dalla Comunità Europea. Non è ammissibile tornare ad interloquire con chi ha già tradito in passato e continua a ricattare gli agricoltori.
Per questo motivo, memori delle esperienze passate, riteniamo vano e addirittura deleterio, incontrare e sedersi al tavolo di chi avrebbe dovuto tutelarci ed invece ha preferito venderci.”
Questa la dichiarazione di Giovanni Arato, referente e portavoce provinciale del presidio della città di Modica che, rigorosamente in linea con il movimento nazionale della protesta degli agricoltori, ritiene doverosa la dichiarazione ufficiale di dissociarsi dalle azioni dei presidi che non rispettano le linee nazionali ed europee, portando avanti con gli agricoltori ed i consumatori della Sicilia sud-orientale, il principio secondo il quale non è da tenere in considerazione alcun tipo di interlocuzione con gli esponenti politici regionali e con i rappresentanti istituzionali, a qualunque livello, nonché dei sindacati e di chiunque ha appetiti politici e necessità di visibilità finalizzata ad acquisire consensi popolari opportunistici.
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8 commenti su “La protesta. Presidio degli agricoltori a Modica”

  1. Adesso l’Unione Europea ha fatto mezzo passo indietro. Ma solo perché ci saranno le elezioni a breve, una volta sistemati sulle loro dorate poltrone, si rimangeranno tutte le parole, ricordate che sono attori da circo. Di qualunque colore politico. Inutili, incapaci, è costosi. Pagano per non lavorare, pensate un po’. Per comprare prodotti da altri paesi, con sostanze che sono vietate in Italia. Addirittura per far mangiare insetti e larve. Distruggendo i nostri prodotti. Pensate che per fare il ragusano dop, ormai lo fanno con latte importato.

  2. @ anonimus
    hai detto bene, sono d’accordo con te!
    Il problema che le altre categorie, non sono per niente unite, anzi l’esatto contrario, c’e’ disorganizzazione massima per rivalità di mestiere.
    Ti ricordi ai tempi del COVID, la categoria dei ristoratori erano come ora con gli allevatori/agricoltori, ma nessuno ha avuto l’onere di sottomettersi ad altri colleghi per manifestare a gran voce il grande disagio che avevano.
    Ma non solo la categoria citata, ma quasi tutti, sono disomogenei, se possono si fanno i sgambetti tra loro, non puo’ esistere unione.
    Come sempre si è detto: L’UNIONE FA LA FORZA !
    n.b.:
    Ma sono in disappunto, perchè chi vede lontano non deve fare manifestazione nel proprio territorio, tanto lo sanno che i propri politici della zona, gli hanno voltato le spalle da tempo.
    Bisogna insistere e manifestare alla fonte di chi li ha messi in questa situazione, pertanto hanno fatto bene fare manifestazioni con voce grossa a BRUXELLES (già ritirata la proposta dei pesticidi) e minacciando la marcia su ROMA, (già a ROMA hanno sentito la puzza di bruciato e la Meloni & C., hanno già elargito ulteriori 3 MILIARDI senza ancora che c’e’ stata nessuna trattativa).

  3. E vi hanno fatto arrivare a protestare fino a Bruxelles sempre perché ci saranno elezioni a breve. Dopo sarete repressi con la forza. Vendete i vostri prodotti ai presidi, li compreremo li, non far perdere i prodotti assolutamente.

  4. Quindi continueremo a cibarci intossicandoci con i pesticidi? E’ questo che vogliono gli agricoltori? Comprendo la protesta per i prezzi dei loro prodotti, per la differenza enorme che c’è tra il loro raccolto e quello che poi compriamo al supermercato, ma i pesticidi? Che c’entrano i pesticidi?

  5. @ Piero I.
    La faccio molto breve, anche se ci sarebbe da dilungarsi molto…Noi in Italia, come nel resto della comunità europea produciamo prodotti di eccellente qualità, siamo costretti da delle leggi rigidissime (per fortuna) a limitare al minimo possibile l’uso di fitosanitari (ben diversi dai pesticidi) e di concimi chimici.
    L’Italia, come gli altri paesi, importa prodotti provenienti da paesi esteri in cui le leggi sui pesticidi sono molto flessibili o addirittura assenti…alla fine, nel mercato nazionale il prodotto italiano (e quindi di qualità) viene pagato meno di quelle porcherie che arrivano dall’estero

  6. Giovanni Arato, che già in passato ha condotto battaglie di questo tipo a favore delle categorie interessate, ha perfettamente il polso della situazione. Dice bene quando afferma di non voler trattare in una fase così cruciale con la politica regionale e con tutti gli altri apparati sindacati compresi. Continuate così ragazzi

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