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Sicurezza a Chiaramonte, Iacono: “Serve strategia di rigenerazione urbana”

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Sicurezza nel centro storico di Chiaramonte, Iacono: “Serve strategia di rigenerazione urbana che preveda decoro, sicurezza, rilancio economico, integrazione e rilancio culturale”.

Sulla questione della sicurezza nel centro storico di Chiaramonte Gulfi sono intervenuti il gruppo civico “Gaetano Iacono Sindaco” e il circolo di Fratelli D’Italia con i rispettivi consiglieri Jessica Stracquadaini e Gaetano Iacono evidenziando che la problematica deriva da anni di abbandono e dalla mancanza di politiche comunali ad ampia gittata.

“I problemi del centro storico non nascono di certo oggi – dicono i consiglieri – ma sono frutto di mancate politiche di sviluppo economico, sociale e culturale, nonostante il fiume di finanziamenti disponibili. Bene ha fatto il sindaco a chiedere un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza ma occorre molto altro a livello locale. Negli ultimi 20 anni c’è stato un vuoto per quanto riguarda il centro storico, vuoto che ha lasciato abbandono e quindi un conseguente degrado. Siamo vicini ai residenti che lamentano gli ultimi episodi di cronaca ma, oltre l’intervento delle forze di polizia, serve una visione politica del centro storico”.

“La politica cittadina che non parla mai di rigenerazione urbana del centro storico. La politica che deve programmare eventi culturali, spettacoli e che deve saper coinvolgere le forze sane della città investendo sull’educazione dei giovani e sull’arte. Avevamo proposto, ad esempio, l’istituzione di un cineteatro nell’ex centro dell’Annunziata a costo zero per dare opportunità di svago ai nostri ragazzi così come avevamo suggerito l’istituzione di sgravi fiscali per le famiglie che si trasferivano in centro. Inoltre, occorre una cabina di regia con le associazioni culturali e sportive e con le parrocchie per dare opportunità di socialità e svago alla cittadinanza”, dicono i consiglieri.

“Lo svuotamento e spopolamento del centro storico ha causato una risacca dell’economia con la chiusura di negozi e botteghe artigiane e anche gli esercenti debbono essere incentivati a rialzare le saracinesche creando così movimento, aggregazione, sviluppo. Occorre in sintesi: un piano particolareggiato del centro ovvero uno strumento strategico di rigenerazione urbana che abbia una visione urbanistica, culturale, abitativa, turistica e anche sociale di Chiaramonte; un grande progetto strategico per lo sviluppo turistico; la istituzione dei patti per la sicurezza; la istituzione del centro commerciale naturale”.

“Inoltre, si potrebbero avviare, con la collaborazione dei nostri artigiani dei progetti per far apprendere ai giovani un mestiere e aprire loro le porte del futuro. A tal proposito reputiamo che si possa anche lavorare in sinergia con le cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti al fine di creare reali politiche di integrazione. Occorre pensare a nuove figure professionali affinché operino nella nuova piazza di quartiere come veri e propri “missionari” urbani. È necessario, dunque, adoperarsi nel progettare diversi laboratori di quartiere in modo tale da costruire una rete virtuosa il cui coordinamento organizzativo possa esprimere il senso stesso della nuova città e far tornare in vita una nuova società civile”, concludono Iacono e Stracquadaini.

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