Al secolo è Carmelo Buscema. Per tutti è semplicemente “Meno” Buscema. 86 anni (senza rendersene conto) ancora in sella alla sua ditta che di anni ne compie 50 tra qualche mese. Nel mezzo un matrimonio, 4 figli, una scommessa di quelle che possono cambiare una vita, tante auto con un unico sfondo: la sua amata Modica.
E’ un personaggio ben voluto e conosciuto da tutti a Modica e non solo. Si può annoverare tranquillamente tra i decani dell’imprenditoria iblea grazie alla sua longevità e alla sua voglia di stupire ancora. Lo abbiamo voluto incontrare per un breve riassunto della sua vita con una Modica di sottofondo che cambia senza mai passare di moda.
Nato nel 1937 nella centralissima Via S.Sofia, proprio all’alba di quella via Nazionale che unisce Modica Bassa e Modica Sorda e che nei suoi ricordi è collegata indissolubilmente all’arrivo dei soldati americani. “Un giorno di estate caldissimo. Con gli altri bambini del quartiere stavamo giocando per strada quando sentiamo rumore, urla, auto che camminano. Incuriositi corriamo a perdifiato verso via Nazionale ed ecco che restiamo a bocca aperta: tante Jeep Willys con ognuna tre soldati a bordo che scendono in corteo. Lanciano sigarette e cioccolato, noi le raccogliamo e scappiamo via per la paura che se le riprendessero. Avevano una divisa diversa dai soldati che eravamo soliti vedere e che stavano nel “Quartiere Soldati” dove oggi c’è la Caserma della Guardia di Finanza. Quelli nel frattempo erano scappati tutti. Molti di loro avevano scambiato le loro divise con abiti civili per potersi travestire e scappare via. Le divise venivano distrutte oppure riutilizzate grazie all’abilità delle sarte”. Grazie al racconto lucidissimo, come se i fatti fossero accaduti ieri, scopriamo che la prima sede storica dell’attuale Scuola S.Marta in realtà si chiamava S.Elisabetta e si trovava nei locali che oggi ospitano i bagni pubblici nell’omonima via. Non c’era il Palazzo dei Ferrovieri ma un orto che era luogo di giochi per i bambini che frequentavano lì la prima e la seconda elementare. “Ricordo le maestre Quattropani e Cugnale che regnavano in quella scuola e nessuno si permetteva di contraddirle. Dalla terza elementare ci spostavamo o a S.Anna o in Corso Garibaldi. Non c’era ancora S.Marta per come la conoscete tutti”. La carriera scolastica di Meno Buscema si interrompe presto come spesso succedeva allora. I bambini diventavano subito adulti e a 12 avevano un curriculum da fare invidia ad un 35enne dei giorni nostri. E così, subito dopo la guerra, il piccolo Meno viene mandato a farsi le ossa prima in una bottega di falegnami, quindi dal “siddunaru” (sellaio) e dopo dal fabbro Filippo Stracquadanio, proprio sotto casa ovvero ad inizio di Via Nazionale. Il lavoro dal fabbro era propedeutico a quello che avrebbe voluto fare nella vita, ovvero il meccanico. Le auto stavano cominciando a diventare un fenomeno di massa e dopo la carenza degli anni della guerra, le famiglie italiane lavoravano per potersene permettere una. Nel 1947 lavora da Giovanni Iemmolo nella sua officina meccanica di Viale Medaglie d’Oro, nel 1949 è da un altro maestro come Ninì Modica, che aveva la sua officina attaccata al Teatro Garibaldi, oggi facilmente riconoscibile dalla ruota incisa nella pietra sopra la saracinesca. Nel 1956, a 19 anni, firma un pacco infinito di cambiali per potersi permettere una fiammante Vespa GS 150. Tre anni dopo sposa la sua amata Grazia dalla quale avrà quattro figli. Nel marzo del 1960, all’alba del boom economico, apre la sua officina che rimarrà per 40 anni sempre nello stesso posto nel quartiere di S.Maria. Acquista l’auto che gli rimarrà sempre nel cuore, la Fiat 500 B meglio nota come Topolino. La sua lunga gavetta lo ha reso uno dei migliori meccanici della zona e gli affari vanno a gonfie vele tanto da prendere diversi ragazzi a lavorare con sé. Negli anni 70 un’altra svolta. Si trova a parlare con il maresciallo Muriana dei Vigili Urbani su un lavoro di espurgo che avrebbe dovuto effettuare una ditta “forestiera” (così venivano chiamati tutti coloro che provenivano da fuori Modica). Meno Buscema con la spavalderia giovanile di chi la sa lunga sostiene di poter fare lo stesso lavoro in meno tempo e con meno soldi. Sfida accettata. Nonostante non avesse mai fatto un intervento del genere prima, si costruisce da solo i primi rudimentali attrezzi e procede. Lavoro fatto, sfida vinta, nuova vita. La nuova attività nasce e cresce parallela a quella di meccanico. “Ma io rimarrò sempre un meccanico” ci tiene a precisare. Nel 1976 arriva la prima autobotte e poi via via la crescita di un’azienda nella quale lavoreranno anche i suoi figli ed i suoi nipoti. L’officina meccanica chiude nel 2000 permettendogli di dedicarsi anima e corpo alla sua scommessa vinta. Oggi guarda indietro nella sua vita senza rimpianti e si dice pronto a nuove sfide. “Molti ragazzi non amano lavorare ma non capiscono che è proprio il lavoro il segreto per rimanere ragazzi”. Parola di un giovane meccanico di 86 anni.
11 commenti su “Modica. Meno Buscema, il meccanico imprenditore per scommessa”
MENO BUSCEMA :IL MODICANO PER ECCELLENZA!
complimenti….orgoglio modicano
un maestro di vita
Uomo di grande maestria e sapienza..
La storia non è andata esattamente cosi’, ma va’ bene uguale
Diciamo che non è andata esattamente cosi,
Mi chiamo giorgio buscema, mio papà corrado ha lavorato in quell’officina per più di 25 anni, io ne ho quasi 60 e da piccolino avevo la passione per questo lavoro, cosa che poi non ho fatto, e a don camnenu ( meno) lo chiamavo “nonno” per il semplice fatto che avevamo lo stesso cognome, questa premessa andava fatta,per dare autorevolezza al mio commento.
Va’ detto che i meriti e la visione imprenditoriale ro “nonno” erano e sono indiscutibili, sul bravo meccanico per onore di verità,non è esattamente così, il bravo meccanico era mio papà, chiedete a chi volete, qualsiasi meccanico che oggi viaggia sui 60 può dirvi chi era corrado, molti di loro hanno imparato un mestiere grazie a mio papà, io nn mi ricordo mai don cammelu con una chiave in mano, e io andavo in officina portato da papà già negli anni 1973/74.
Mio papà è venuto a mancare 20 anni fa’ se ne andato troppo presto, come figlio dovevo quanto detto al mio amatissimo papà.
P.s.quando apri’ a s.maria ebbe da sempre un socio don sariddu cassarino,ancora vivo e vegeto.
Che piacere averlo conosciuto. Ho anche lavorato come segretario per qualche mese nnella sua officina. Un galantuomo!
Un galantuomo d’altri tempi!
Il mitico sig.Buscema complimenti per l’età e per quello che ha saputo fare,e continua,per la città di Modica
Il Signor Buscema Carmelo compresa tutta la sua famiglia, sono persone squisitissime e rispettose ♥️
Uomo di parola