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“La ragazza della pioggia” di Gabi Kreslehner

Tempo di lettura: 2 minuti

“Travolta da un’auto, giovane senza nome muore in circostanze misteriose”.
Così esordisce il giornale in prima pagina dopo il ritrovamento in autostrada del corpo privo di vita di una ragazza senza identità e senza documenti addosso. È compito dell’investigatrice Franza e del suo collega Felix indagare sul misterioso quanto complicato caso, che fa pensare a un omicidio. Il corpo, infatti, presenta lesioni non compatibili con l’incidente stradale, tracce di un’aggressione subita in precedenza, da parte di qualcuno che poi ha voluto poi liberarsi della giovane.

Ben presto, grazie alla fotografia pubblicata sul giornale e diffusa ovunque, si riesce a dare un nome alla vittima, rivelato dalla madre rimasta, curiosamente, nel silenzio fino alla pubblicazione dell’articolo.
L’identità di tale Marie Gleichenbach viene successivamente confermata anche da Portugal, famoso attore di teatro con cui Franza ha una relazione clandestina, nonostante sia sposata. Quello che Franza ancora non sa però, è che anche suo figlio Ben conosceva Marie, della quale si era innamorato.
Ma potrà una madre sospettare del figlio? Questo è un grande dilemma umano che pervade, silenzioso, molti dei pensieri di Franza.
L’intreccio narrativo è buono, e dopo un po’ si riesce ad intuire chi possa aver fatto del male alla ragazza. Marie è il personaggio più interessante della storia, e riusciamo a conoscerla attraverso dei capitoli dove vengono ripercorsi alcuni passaggi della vita della ragazza.
La giovane era un’adolescente complicata, molto bella ma anche estremamente fragile, come forse lo sono molti adolescenti.
Quello di Gabi Kreslehner è un romanzo pieno di suspense e, nonostante gli intrecci, lo stile resta lineare e non appesantisce mai la lettura, lo svelamento degli indizi è lento e ben centellinato.
I capitoli si alternano mostrandoci l’avanzare delle indagini a braccetto con i pensieri e i timori della detective Franza e i sentimenti profondi e complessi di coloro che sono legati alla vittima. I dubbi di Franza sono i nostri stessi dubbi, il bisogno di conoscere la verità è il motore che ci spinge a girare le pagine, l’identificazione con i diversi personaggi è quasi impossibile da evitare.
Ma, soprattutto, questo è un romanzo adatto a chi ama il mix narrativo, dove lo stile tipico del thriller si lega a temi più sentimentali che ritroviamo nella storia tra Franza e Port e nel rapporto tra genitore e figlio, che qui arricchiscono e completano la trama, elevandola in una combinazione di alta qualità, ricca di dialoghi diretti e colpi di scena che tengono alta l’attenzione del lettore per tutto lo svolgimento della storia, fino ad arrivare al finale totalmente inaspettato e non scontato, soprattutto dal punto di vista umano. La detective Franza non è un personaggio
simpatico, ma assolutamente imperfetto, e nello svolgersi della narrazione, la si legge e conosce per ciò che è, un essere umano, non un eroe.

Riuscitissima, anche, la coppia di investigatori formata da Franza e Felix, uniti da un profondo rapporto di amicizia oltre che da una grande complicità lavorativa.
L’unico difetto, forse, è che si sarebbe potuto maggiormente un’interazione più attiva e presente tra Franza e il figlio Ben, che avrebbe reso il romanzo ancora più intenso.

“Quante scelte giuste abbiamo fatto? Quante sbagliate? E quelle giuste basteranno?”

Delia Covato

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