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Agguato a Scicli, alla base una vendetta?

Tempo di lettura: 2 minuti

Potrebbe esserci una vendetta alla base dell’agguato con sparatoria avvenuto sabato scorso a Scicli, durante il quale erano rimasti feriti M.C., 57 anni, titolare di una casa di riposo,  ed il figlio G.C.,  30 anni, judoka. A sparare contro i due congiunti sarebbero stati i due fratelli, pregiudicati sciclitani  Roberto e Mauro Gesso, 50 e 42 anni, bloccati in Calabria mentre fuggivano in auto e al momento rinchiusi nel carcere di Potenza. Sono accusati di duplice tentato omicidio. Voci che attendono, comunque, conferma ricondurrebbero il tutto ad una richiesta di “pizzo” da parte dei due germani. Le vittime avrebbero chiesto un incontro che si tenne ma all’appuntamento si scagliarono contro i Gesso, facendo male ad uno di loro. Da qui l’agguato.  Gli inquirenti stanno cercando di chiarire se questa ipotesi è realtà.

Frattanto il  trentenne è stato sottoposto ad intervento chirurgico ad un occhio all’Ospedale di Ragusa. L’evolversi delle condizioni del bulbo oculare e della retina saranno valutate nei prossimi giorni.  I carabinieri hanno trovato il fucile a canne mozze, presumibilmente usato per compiere l’agguato in un’abitazione della frazione balneare di Sampieri.

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