Una poesia con un persistente sentimento del trascendente e pervasa da uno spirito etico che traluce dalla partecipazione vitale della poetessa ai problemi del nostro tempo. Parliamo di Siti Ruqaiyah Hashim, poetessa malese. Dopo una laurea in Teatro e Drammaturgia presso l’Università di Scienze della Malesia, ha proseguito gli studi all’Università di Sydney, conseguendo il Diploma post-laurea in Traduzione presso l’Istituto di Traduzioni e Libri della Malesia. A partire dal 1987 le sue poesie e i suoi racconti sono stati pubblicati da importanti riviste e quotidiani di letteratura. Dal 2007 cura una rubrica su un importante quotidiano della Malesia, con articoli anche di critica cinematografica e teatrale.
Le sue poesie sono state tradotte in 17 lingue: croato, uzbeko, arabo, spagnolo, francese, giapponese, mongolo, italiano, macedone, tedesco, albanese, ecc. Ha partecipato a festival di poesia e di cinema in tutto il mondo: Perù, Taiwan, Cecoslovacchia, Mongolia, Marocco, Tunisia, Turchia, Macedonia del Nord, Bosnia Erzegovina, Croazia e Germania.
Siti Ruqaiyah Hashim è stata autrice e redattrice associata delle riviste internazionali Diogen Pro Culture (USA), Poetrybay (USA), Greenwatch (Bangladesh), Campus 247.Wordpress (Ghana), Atunis Galaktike Poetry (Belgio), Time of The Poet Republic, IWABOGDANI, AZAHAR REVISTA ed altre. Le sue opere e le sue traduzioni di poeti del mondo sono apparse in numerose antologie e riviste letterarie internazionali.
La poetessa è anche un’attivista per i diritti umani, per l’ambiente, per la pace e contro la guerra, è solidale con le cause della Palestina, del Kashmir, dell’Ucraina, della Siria e di molte zone di conflitto. È membro del Congresso mondiale dei poeti (WCP), dell’Unione degli artisti bosniaci (UBU), della Kultura Snova di Zagabria e della Perak Creative Association (Malesia).
Ci vogliamo occupare di alcune poesie di Siti Ruqaiyah Hashim, tradotte dall’inglese dalla poetessa Lucilla Trapazzo, perché ci ha particolarmente colpito il solfeggio di attenzioni nei riguardi del prossimo, la soavità di sentimenti tradotti in immagini senza sovrastrutture letterarie, talvolta semplici, ma scaturite da un temperamento che intende spezzare l’assedio dell’imperante incomunicabilità ed esprimere la bellezza del dono che si fa spazio di domanda:
“…Rapita
mi sono immersa nella sincerità
dei tuoi occhi
nelle vibrazioni della tua voce…”
Una poesia, quella di Siti Ruqaiyah Hashim, che partecipa anche alla vita storica, ne stigmatizza le anomalie, la dispersione e il disordine morale, ma con un senso d’inquietudine, una sofferenza profonda, che, però, diviene nobile propulsione interiore, incendio ideale dell’anima, pressante bisogno di comunicare, come, ad esempio, nella poesia Circo 2 dove i versi appaiono taglienti e finalizzati a puntare lo sguardo su antinomie e su sortilegi che spesso finiscono per tradursi in “gesti riciclati /per salvare la pelle”.
L’ ispirazione di Siti Ruqaiyah Hashim si incentra prevalentemente su aspetti della vita quotidiana, che trovano piena realizzazione solo in un processo di elevazione al cielo; la realtà è considerata in una prospettiva religiosa che riporta ogni senso della vita alla finalità dei divino, come emerge dalla poesia per lo scomparso Abu Bakar Hashim, dal titolo Imparare a conoscere mio fratello, dove sono richiamati versi del Corano recitati per i defunti.
La vita reale, dunque, nella sua aridità e bellezza , costituisce il fondamento meditativo attorno a cui si costruisce il corpus poetico di Siti Ruqaiyah Hashim, che è indissolubilmente legato ad una espressione di vita, ad una presa di coscienza nella prospettiva crociana del vivere coi suoi con-trasti e il suo dolore, con i sogni e i travagli dell’amore, gli affetti della casa e della patria, le lotte della politica e della guerra, l’entusiasmo per gli ideali, gl’impeti dell’eroismo, le dedizioni del sacrificio:
Grazie
Per aver scandito chiaramente
La bellezza
L’ebrezza
E il filo di seta dell’amore
Tra sguardi rubati
E scherzi crudeli
Che versavi
In poesia
E tutto mentre
Risplendevano
Fuochi d’artificio inter-continentali
Invece io indugio ancora turbata
Dal dubbio.
Raccogliendo
le tue angosce e le tue ferite
Non posso fare a meno di sentirmi in colpa
Al ricordo delle storie
Di eroismo e dolore straziante
Degli avi di Gallipoli.
(Tra sguardi rubati)
La poetessa malese prova l’utilità di una sua lingua poetica nella obiettività degli sguardi che colgono macchie di paesaggio e nicchie di vita in cui gocciola il suono della sua voce ansiosa. Voce abbuiata,(…le tue angosce e le tue ferite…) a volte, come un pomeriggio novembrino; affaticata, a volte, come l’aia delle trebbiature(… io indugio ancora turbata…”) ; a volte, giocata di sole (…la bellezza/l’ebrezza/E il filo di seta dell’amore…)
Lo spazio della poesia di Siti Ruqaiyah Hashim è il presente storico legato al suo habitat esistenziale e alle sollecitazioni della sua terra, letto con gli occhi di chi legge il suo tempo con la forza della ragione ; la poetessa narra e si narra pressata dai fatti e dalle impressioni più acute, e il tono dei sui versi approda sulla pagina ora con tono descrittivo, ora evocativo ora con un linguaggio che alterna a immagini liriche lemmi che ella trae dalla realtà di tutti i giorni, dalla quale prende fiato la sua ispirazione.
1.LE SABBIE DI SRI LAVENDER
Porto con me una manciata di sabbia
Perché il mio spirito sia forte
Quando dovrò lasciarti Sri Lavender
E perché io possa ancora pregare
Di riuscire a tornare
Un giorno
Sotto il tuo cielo
Prima di lasciare questo mondo per l’eternità.
(Tetovo, Macedonia, gennaio 2019)
2. IMPARARE A CONOSCERE MIO FRATELLO
(Per lo scomparso Abu Bakar Hashim)
Comprendere la poesia di Ibrahim
che parla di Irvin, suo figlio
mi ha rammentato mia madre
che non dimentica mai il compleanno di mio fratello
e che dice di essere l’unica
a ricordarlo ancora
sebbene nessuno lo abbia più menzionato
Ora sento più dolore
di una madre o di un padre
lasciati dai loro figli
Alle volte
mentre osservavamo
le maniere ribelli
di un figlio unico
mia sorella maggiore
si trovava a citare il nome di mio fratello
e raccontava storie su di lui
solo allora ci siamo rese conto
del vuoto inspiegabile che ha lasciato
e ci è mancato così tanto
e ci siamo dette
Se solo lui fosse ancora qui…
Preghiere per Irvin
Alfatihah* per fratello Abu Bakar
* Versi del Corano recitati per i defunti
3.TI AMO MOLTISSIMO
A volte
è come un sogno
sentirti affermare
-Ti amo moltissimo –
proprio sul mio viso
perché è passato molto tempo
da quando quelle parole avevano ancora un significato per me
Rapita
mi sono immersa nella sincerità
dei tuoi occhi
nelle vibrazioni della tua voce
Permettimi di prendere in prestito le tue parole
Oh, tempo
per favore, fermati!
È immensamente bello.
Pogradec, Albania Ottobre 2018
4. CIRCO 2
Ah! Quel vecchio mago
che gioca ancora al circo
Tutti i suoi strani modi all’inizio
apparentemente sorprendenti
altro non sono
che gesti riciclati
per salvare la pelle.
E quante persone ammaliate
dall’incanto del suo sortilegio
annuiscono
applaudono
urlano
-Finalmente, giustizia è servita!
Peccato
Non si sono svegliate dal sonno
Non si sono svegliate da incubi invisibili
Non sono mai guarite dal suo primo incantesimo.
Ciao!
Io non torno indietro.
Traduzione in italiano di Lucilla Trapazzo