
Quest’anno, il Giorno della memoria, celebrato giovedì, sarà ricordato diversamente da quelli che l’hanno preceduto. Le testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah, le immagini di forme scheletriche di ciò che era rimasto di uomini, donne e bambini, calate come per caso in indumenti a righe che rispondevano, come tutto il resto in quei vergognosi campi di sterminio, alla volontà di umiliare e cancellare l’identità di un popolo, le povere sembianze umane di un’umanità perseguitata, eppure innocente, tutto quel bagaglio di dichiarazioni che il passare del tempo ha reso vuote di significato e prive di pietà, in questo 2023 segnato da una feroce guerra di aggressione, invitano a riflessioni sulle strane coincidenze della storia, sui corsi e ricorsi che hanno per protagonisti le stesse vittime e gli stessi carnefici. Cambiano i nomi, rimane l’odio viscerale, si rinnova la violenza disumana. “L’Olocausto, ha dichiarato von der Leyen, è stato un disastro europeo”. Never again. Mai più. In quelle due parole pronunciate tutti gli anni, diventate di rito, si manifesta la fragilità morale di una cultura che ha voluto colpire se stessa e i propri valori di libertà, e si accontenta di fare promesse non in grado di mantenere. Delle comunità ebraiche, numerose in passato in Europa alla cui ricchezza culturale hanno contribuito, poco è rimasto. Nella civilissima Svezia, la preoccupazione per la difesa dell’ambiente ha superato la preoccupazione per l’integrità fisica e la salvaguardia di chi è ebreo. Nel 2020, il 27 per cento dei crimini di odio religioso ha riguardato episodi di antisemitismo. Ci vuole un’altra tempra, il coraggio di difendere chi è nel giusto, di fare pulizia, di isolare e colpire i cultori dell’odio. Non è piangendo le vittime del nazismo che ci si può sentire a posto con la coscienza, e per bieco opportunismo politico, ignoranza pregiudizio superstizione e invidia, condannare gli eredi viventi di quei sei milioni che vivono nel piccolo e unico stato democratico del Medio oriente. L’antisemitismo, mai sopito, della destra estrema, della sinistra estrema, oggi accomunate da cinico opportunismo populista, l’odio viscerale di una parte seppure esigua di cattolici, del fondamentalismo islamico solo apparentemente congelato, la delegittimazione ideologica e morale di personaggi del mondo accademico e di sedicenti intellettuali con interessi al caldo, sono questi i nemici acerrimi di Israele, contro cui viene usato l’Olocausto. Nel ricordare una tragedia che ha sconvolto il mondo, e alla quale gran parte del mondo di allora ha guardato con indifferenza, come non pensare a un’altra tragedia in atto, che ha le proprie radici in sentimenti affini a quelli che nella Germani evoluta e colta del XX secolo hanno originato il lucido progetto di distruzione di un intero popolo fino a concepire la “soluzione finale”? Espressione che Lavrov ha utilizzato molto impropriamente e ridicolmente per alludere al desiderio dell’Occidente di colpire la Russia e la sua economia. Propaganda, si dice, se non fosse che c’è chi ci crede. Il carnefice che si traveste da vittima per giustificare i propri crimini. Accanimento contro i civili, donne e bambini, stupri, torture, deportazioni, uccisioni di massa, distruzione di infrastrutture, ospedali, scuole, teatri, abitazioni. E un precedente terribile: la carestia provocata da Stalin, colpevolmente dimenticata per novant’anni, con il preciso scopo di sterminare intere popolazioni privandole di cibo, l’Holodomor, come oggi sta facendo Putin per fare morire di freddo lo stesso popolo. La giustificazione? Denazificare l’Ucraina. Sarebbe comico se la libertà e l’esistenza di un paese libero e indipendente non fossero messe a rischio. I drammatici corsi e ricorsi della Storia dovrebbero insegnare qualcosa. Gli orrori premeditati, la crudeltà, il negazionismo, l’ossessione per il potere.
1 commento su “Corsi e ricorsi della Storia…l’opinione di Rita Faletti”
Chiedo a tutti coloro che ogni anno parlano della “giornata della memoria” come fanno a ricordarsi solo di queste atrocità subite dagli ebrei e comunque permessi dalle lobby sioniste del tempo e non menzionano tante altre persecuzioni anche più atroci di quelli degli ebrei. Ci dicono per non dimenticare, però ci dobbiamo sentire in colpa per cose che non abbiamo fatto in quanto nemmeno nati. Si, è vero che ci raccontano questi fatti perchè non ne accadono più e quindi si deve combattere e stroncare sul nascere qualsiasi movimento che alimenta il nazismo o l’antisemitismo, ma questa narrazione annuale, specie quest’anno, cozza e non poco con il glorioso battaglione Azov notoriamente vicino a Zelensky. La Von Der Leyne dice “never again”, però non mi dice come mai oggi i nazisti sono quelli che combattono per la nostra democrazia, quegli stessi nazisti che hanno tatuato sul petto la svastica o il segno della capra, cioè il simbolo di satana. Quegli stessi nazisti che armiamo e paghiamo per uccidere. Ma se questa giornata della memoria serve per sentirmi con la coscienza pulita anche se non ero nemmeno nato, come devo piangere per gli ebrei se gli stessi nazisti lottano per la mia democrazia? Come posso conciliare un Zelensky al festival di San Remo quando nello stesso tempo i suoi soldati nazisti uccidono e torturano civili e soldati anche per divertimento?
Dott.ssa Faletti, se vuole ora può farmi ricorso!