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Autoriciclaggio e bancarotta. Sequestri tra Ragusa e Caltanissetta

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La Procura della Repubblica di Gela ha concluso, a seguito di accertamenti delegati e svolti dai militari del Comando provinciale della guardia di finanza di Ragusa, una complessa indagine di polizia economico-finanziaria nel settore del contrasto ai reati fallimentari e di autoriciclaggio, eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Gela nei confronti di un imprenditore agricolo, per un valore complessivo pari a circa 1,5 milioni di euro. Le ipotesi di reato sono bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.

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Le indagini, svolte dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Ragusa, sono scaturite dalla denuncia di un’organizzazione di produttori agricoli, la quale aveva rilevato una serie di operazioni anomale tra un proprio socio ed un’azienda di commercializzazione di prodotti ortofrutticoli al dettaglio riconducibile alla medesima compagine societaria.

Dagli accertamenti effettuati, caratterizzati dalla disamina di una notevole mole di documentazione contabile e bancaria, risulta allo stato riscontrato che l’imprenditore destinatario del sequestro aveva commesso reiterate distrazioni di denaro dalle casse aziendali, attraverso la sistematica interposizione dell’organizzazione di produttori agricoli di cui era socio in una serie di fatturazioni false finalizzate esclusivamente al depauperamento di un’azienda in fase di decozione finanziaria a beneficio di un’altra «in salute», entrambe facenti capo all’indagato.

Secondo la contestazione provvisoria in fase di indagini preliminari, al fine di liberarsi di tutti i beni aziendali, l’imprenditore ha costituito una nuova società affidata ad una «testa di legno», con la quale ha stipulato un finto contratto di cessione del ramo d’azienda e, contestualmente, ha reinvestito parte delle somme provento di reato nelle altre attività economiche al medesimo riconducibili.

Al termine delle attività, oltre al blocco preventivo dei conti correnti in uso all’indagato, sono stati sottoposti al vincolo del sequestro, finalizzato alla confisca, 21 beni immobili tra terreni e fabbricati che si trovano nelle province di Ragusa e Caltanissetta, nonché quote societarie riconducibili a 3 diverse società.

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