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Etiopia. Massacrati 230 membri dell’etnia Amhara

Tempo di lettura: 2 minuti

Almeno 230 membri dell’etnia Amhara, nella regione dell’Oromia, in Etiopia, sono morti ieri dopo un attacco terroristico nel territorio, uno dei più efferati e criminali della storia recente nel Corno d’Africa. Tensioni etniche nell’area africana che si stanno via via intensificando. “Ho contato 230 corpi, li stiamo seppellendo in fosse comuni e continuiamo a rimuovere i cadaveri, le unità dell’esercito sono già arrivate ma temiamo che se non se ne vanno, gli attacchi continueranno”, ha detto Abdul-Seid Tahir, autorità della contea di Gimbi. La strage potrebbe essere stata commessa da un gruppo ribelle dell’Esercito di liberazione dell’Oromo (OLA), accusa sostenuta dal governatorato di Oromia, precisando anche che i ribelli hanno potuto commettere la strage perché le forze federali intervenute non hanno saputo tenere testa alle milizie assassine. Vale la pena sottolineare che la nazione africana soffre di diffuse tensioni etniche in diverse regioni, dovute generalmente a rimostranze storiche e tensioni politiche. Il popolo Amhara è il secondo gruppo etnico più numeroso tra gli oltre 110 milioni di abitanti dell’Etiopia, sotto attacco soprattutto nella regione dell’ Oromia. La comunità Amhara si stabilì 30 anni fa in questo territorio nell’ambito di un programma di ricollocazione etnica. Al momento c’è il silenzio delle Nazioni Unite, organizzazione intergovernativa a carattere mondiale.

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