Altro che questione chiusa. Non sta né in cielo né in terra che il Museo archeologico di Ragusa superiore possa essere chiuso. Le affermazioni del soprintendente Antonino De Marco, riportate da un gruppo di operatori economici e residenti di Ibla, ci preoccupano. Perché significherebbe che il dott. De Marco intende chiudere deliberatamente il dialogo politico e culturale con una parte importante politica e sociale della nostra città. Impraticabile, a nostro avviso, la strada di chiudere il Museo archeologico ibleo, che ha una storia dietro, una tradizione, legata al centro storico superiore, per far posto a un altro museo che dovrebbe sorgere nell’ex convento”.
A dirlo è il consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato, che su tale delicata questione non intende transigere. “Come movimento politico – continua Iurato – è chiaro che abbiamo altri scopi, altri progetti per il museo di Ragusa superiore. Ci si deve sforzare per ingrandirlo, sollecitare l’amministrazione comunale, come abbiamo già fatto, ad acquisire i locali dell’ex Standa per dare spazio anche a una nuova entrata, stavolta da via Roma e non più da via Natalelli, predisponendo laboratori anche didattici per le scuole. Locali dell’ex Standa non solo con riferimento alla parte che riguardava la vendita al pubblico che è già abbastanza grande ma anche i magazzini che si trovavano sul retro. Quindi, con una spesa che qualche anno fa si aggirava intorno al milione di euro, si potrebbe fare acquisire una dimensione nuova al Museo archeologico ibleo che non deve cambiare assolutamente destinazione d’uso. Quello di Ibla, pur diventando a sua volta, quando si completerà, un museo potrà ospitare un’altra tematica storica come, ad esempio, quella che va dal periodo medievale fino al periodo post terremoto. Sarebbe unico nel suo genere, un periodo in cui c’è tantissimo da raccontare, con molti reperti, opere d’arte e documentazione. Ma certo non si può pensare di trasferire i reperti della struttura di Ragusa superiore a quella di Ibla, non avrebbe senso questo smantellamento. L’obiettivo verso cui si dovrà protendere è quello di mantenere entrambi i musei con pari dignità ma con tematiche e periodi diversi”.
“Quindi – sottolinea Iurato – al contrario di quanto avrebbe affermato il soprintendente De Marco, la questione non è assolutamente chiusa. Mi dispiace che io lo debba asserire con una certa energia ma tutto ciò mi dispiacerebbe proprio perché conosco le buonissime intenzioni del soprintendente così come mi dispiacerebbe se, con questa sua posizione, si desse il via a uno scontro politico, culturale e sociale con la Soprintendenza di Ragusa di cui nessuno sente il bisogno. Quindi, occorrerà valutare se ci sono altre soluzioni. Anche se non ospiterà la collezione archeologica del museo di Ragusa superiore, il Museo archeologico di Ibla di fatto non vedrebbe giuridicamente pregiudicata la destinazione d’uso in quanto rimarrebbe sempre Museo archeologico, potendo custodire altri reperti archeologici di eguale periodo rispetto a quelli custoditi in via Natalelli o reperti archeologici riferiti ad altri periodi storici. A ogni museo sia affidata la vocazione per cui è nato. Naturalmente, occorre un confronto che non deve essere portato avanti sui canali social o sui media quanto, piuttosto, nelle sedi istituzionali adeguate. Ritengo, inoltre, che Amministrazione e Sovrintendenza debbano lavorare sempre più per incrementare il numero dei musei a Ragusa e diversificare l’offerta culturale con altre tipologie, con altri indirizzi, dalle attività dei picialuori, a quella degli scalpellini, senza dimenticare l’agricoltura e lo sfilato siciliano e altro ancora, facendo rientrare a pieno titolo in questo circuito museale anche i due preziosissimi archivi storici comunali e statali presenti in città. Ritengo che il Consiglio comunale, con l’Amministrazione, e la Soprintendenza possano portare avanti questo confronto, com’è naturale che sia, per comprendere quali sono le scelte migliori per il futuro dei musei a Ragusa”.