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Freno a mano tirato di Francia e Germania…l’opinione di Rita Faletti

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Dei cento giorni della guerra illegale e ingiusta iniziata da Putin il 24 febbraio, la mente ci restituisce una sequenza di immagini di morte e distruzione, i racconti di chi è sopravvissuto e ha visto uccidere il padre, un fratello, la figlia, un amico, un vicino di casa, di chi ha trascorso mesi negli scantinati, perdendo il senso del tempo, sperando nella fine di un incubo. Quel 24 febbraio l’Occidente democratico, scioccato dalla prepotenza immotivata e dalla mancanza di scrupoli ha reagito con una sola voce: siamo tutti ucraini. Bisogna fermare l’aggressore, e l’aggressore è Putin. Ma in che modo? Fornendo a Zelensky tutte le armi che chiede e smettendo di finanziare la Russia con l’acquisto del suo gas e del suo petrolio. “Faremo il possibile perché Putin sia sconfitto” disse Biden, che definì il capo del Cremlino un dittatore omicida, un criminale puro, suscitando reazioni di sdegno in chi non si era sdegnato con altrettanta energia di fronte alla violenza dell’invasore. Interessi e prestigio personali, relazioni mercantiliste con Mosca, ripercussioni economiche, paura di ritorsioni. Macron e Scholz preferiscono i toni misurati di chi in tempo di guerra è sospeso tra la difesa della libertà e la difesa del business e in tempo di pace sventola la bandiera della libertà e dei diritti. Macron e Scholz non sono andati a Kyiv, le grandi potenze del Vecchio continente traccheggiano. Se Putin non morirà di cancro o in un attentato, questa guerra di attrito non impedirà la ripresa dei buoni rapporti interrotti. Finora, la Germania ha cercato di salvare capra e cavoli. Ha annunciato un miliardo di euro per aiuti militari all’Ucraina e in fatto di armi, per evitare di comparire, ha chiesto alla Slovenia di inviare i propri carri armati di fabbricazione sovietica in cambio di panzer da Berlino. Recentemente ha promesso semoventi Gepard, ma senza munizioni. Gli è stato risposto, in modo elegante, che può tenerseli. Il cancelliere è debole in una Germania debole, che teme le conseguenze di uno stop alle importazioni di gas russo, mentre gli  esperti hanno spiegato che la crisi sarebbe gestibile. In realtà Scholz subisce le pressioni dei tedeschi filorussi. Eppure, la Germania è la forza centrale della Nato in Europa, ma dimostra, secondo Hans-Ulrich Joerges, giornalista famoso e pluripremiato, di non aver capito la storia. “La Germania ha un ruolo fatale in Europa: quale sarà il bilancio fra cinque anni dopo i massacri in Ucraina? Una disfatta morale solo per salvare la sua industria: e questo con la storia che ha!” Non si tratta soltanto di armi e sanzioni, Germania e Francia sono responsabili anche del mancato ingresso dell’Ucraina nella Nato. Al vertice del 2008, fu la Merkel, con il presidente francese Sarkozy, a impedirlo. Oggi quel Paese non starebbe combattendo disperatamente per salvare il proprio territorio e la propria indipendenza. Svezia e Finlandia non cercherebbero di correre ai ripari e le popolazioni dell’est Europa, Ungheria esclusa,  non sarebbero così fermamente coese nel condannare il pericoloso vicino. Polonia e Svezia, insieme a Gran Bretagna, continuano a inviare armi, nei Paesi baltici il sentimento di ostilità nei confronti di Putin è palpabile tra la gente e nelle istituzioni. A Vilnius, il Museo delle vittime dei genocidi testimonia le atrocità dei totalitarismi e delle dittature. Nell’edificio che fu la sede del NKDV sovietico tra il 1940 e il 1941, della Gestapo dal 1941 al 1944 e di nuovo del KGB fino al 1991, le celle delle torture fanno rabbrividire. Per capire la Russia bisogna aver provato a stare sotto il suo tallone. Solo così è impossibile farsi illusioni. Chi dice che la Finlandia nella Nato è per la Russia una provocazione sufficiente per non dormire la notte, ha qualche problema mentale. “La Russia non deve vincere” ha detto Draghi. Avrebbe già perso se avesse vinto il coraggio contro la paura: stop immediato al petrolio, al gas e al carbone, esclusione dal sistema swift di tutte le banche, embargo commerciale totale. “Mai voltare le spalle davanti a un pericolo! Se lo fai, raddoppi il pericolo. Ma se lo affronti subito e senza esitazioni, riduci il pericolo a metà”, diceva Churchill.

 

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