
Con 56 voti favorevoli, 13 contrari e tre astenuti, il Senato argentino ha approvato oggi il programma di rifinanziamento del debito con il Fondo Monetario Internazionale. Il ministro dell’Economia, Martin Guzman, ha affermato che questo risultato rappresenta un deciso passo avanti nello sviluppo dell’economia del Paese. “Mai un accordo con il FMI ha avuto un sostegno sociale e politico di questa portata. Per la prima volta nella storia, è passato al Congresso con l’80 per cento dei voti. Voti ai quali si sono aggiunti anche i consensi delle istituzioni civili: settore privato, università e i movimenti sociali del paese”, ha affermato il ministro. Gli fa eco Sergio Leavy, senatore del Fronte di Tutti. Dobbiamo preoccuparci della stragrande maggioranza degli argentini, dobbiamo raggiungere un’intesa con il Fondo monetario internazionale per non finire nel baratro del default”, ha affermato nella sua sessione al Senato. L’approvazione da parte della Camera Alta argentina, giunge dopo un lungo processo di negoziazione tra l’Esecutivo argentino e l’entità finanziaria per rinegoziare il credito concesso nel 2018, poiché il Paese non è in grado di rimborsare il prestito in modo tempestivo, a fronte di una grave crisi economica. In disaccordo la Senatrice Nora Gimenez. “Voto contro il debito illegittimo lasciato da Mauricio Macri e voto contro il Fondo Monetario Internazionale, che ancora una volta, dal 1956, ristabilisce le condizioni per ripetere i cicli di indebitamento, crisi sociale, rivalutazione finanziaria e fuga di capitali. ”, ha affermato la Gimenez. Critico nei confronti della politica del debito di Macri anche il presidente in carica Alberto Fernandez, pur ribadendo la necessità di raggiungere un’intesa con il FMI, per evitare che il Paese finisse in default. Nelle ultime settimane ha difeso l’accordo e ha garantito che non ci saranno aggiustamenti di bilancio. “Saremmo stati costretti a fare degli aggiustamenti solo se fossimo finiti in ‘default’, perché il quel caso non avremmo avuto via di scampo” ha detto il presidente. Superato questo scoglio ora sarà possibile pensare agli argentini che soffrono. L’inflazione galoppante che determina un aumento generalizzato dei prezzi, rimane un grosso problema della nazione e va combattuta con ogni mezzo” ha concluso.