
“Le mie minacce di morte erano generiche, non erano rivolte al mio ex suocero”. Così si è difesa Veronica Panarello, la donna che uccise il figlio Loris Stival a Santa Croce Camerina e condannata anche in Cassazione a 30 anni di carcere. Udienza davanti al Tribunale di Catania in videoconferenza del processo a carico della donna per le minacce di morte che il 5 luglio del 2018, avrebbe rivolto all’ex suocero, Andrea Stival, a conclusione della lettura della sentenza con cui la Corte d’Assise d’appello confermava quella primo grado per il delitto di Loris avvenuto il 29 novembre 2014 a Santa Croce Camerina. “Prega Dio che ti trovo morto perché altrimenti ti ammazzo con le mie mani quando esco». Veronica Panarello, difesa dall’avvocato Francesco Villardita, detenuta nel carcere di Torino, ha detto che le minacce non erano rivolte al suocero, ma erano generiche e che se avesse voluto minacciare Andrea Stival lo avrebbe chiamato per nome. Si torna in aula il 21 ottobre per la discussione e la sentenza.