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Cgil e Gwu a tutela dei diritti dei lavoratori transfrontalieri

L’area di interesse Sicilia- Malta. Mannino e Scifo: “Operazione utile per costruire un Europa sociale”
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Al fine di tutelare efficacemente i lavoratori transfrontalieri, in questa caso lavoratrici e lavoratori che operano nell’area Sicilia – Malta, tenuto conto dell’impatto prodotto sul mercato del lavoro dopo l’allargamento dell’UE, si rende necessario intensificare la cooperazione tra CGIL e Unione Generale dei Lavoratori (GWU) nelle relazioni bilaterali, anche attraverso l’attivazione del Consiglio Interregionale Sindacale (IRTUC) Malta -Sicilia, istituito già nel 2007. Si è arrivata a questa determinazione al termine di un incontro tenutosi sabato 5 febbraio tra la dirigenza delle organizzazioni sindacali CGIL e la GWU di Malta. Presenti Alfio Mannino e Giuseppe Scifo, rispettivamente segretari generali CGIL Sicilia e Ragusa, Josef Bugeja segretario generale nazionale GWU e il vice Kevin Camilleri, nonché Felice Stanislao delegato a Bruxelles per i rapporti Malta – Italia, a seguito dell’accordo sottoscritto tra le due organizzazioni nel 2019 la cui attuazione è stata ritardata a causa della pandemia.
Si è concordato altresì che già dalle prossime settimane saranno attivi i due Contact Point Italo-Maltese a Pozzallo (Camera del Lavoro) e a La Valletta, attraverso il ruolo operativo delle due organizzazioni sindacali che mettono in campo il sistema della tutela individuale, altresì impegnando le categorie principalmente interessate che fanno riferimento ai settori del turismo, dell’edilizia, dei trasporti, dell’industria e dell’artigianato.
L’accordo affronta le questioni relative al territorio transfrontaliero in una prospettiva transnazionale dentro una dimensione europea, dove i confini sono un punto di contatto, e non di scissione.
Entrambi i Sindacati impegnati quotidianamente nella tutela dei diritti di uomini e donne, in una visione solidale ed egualitaria di società, intendono collaborare in forte sinergia per promuovere e tutelare i diritti di chi lavora nelle due aree interessate. Questo impegno è rivolto principalmente al lavoro frontaliero e transfrontaliero, in una dimensione che ha acquisito slancio negli ultimi anni a seguito della performance economica di Malta, che ha aumentato la domanda di manodopera qualificata, e la perdurante crisi del sistema italiano, in particolare rispetto al divario tra Malta e il sud Italia, provocando una distanza tra le condizioni salariali e il mercato del lavoro dei due Paesi. Diventando così uno dei principali mercati di sbocco del lavoro per le regioni meridionali. Da un recente sondaggio il numero di lavoratori italiani ufficialmente a Malta sarebbe superiore a 12.000, tra residenti, lavoratori transfrontalieri e distaccati, di cui circa 10.000 iscritti all’ AIRE ( Anagrafe italiani residenti all’estero), impegnati in tutti i settori dell’economia del Paese, principalmente nel settore dell’accoglienza ed edilizia.
“Siamo quindi di fronte a un fenomeno, commentano Alfio Mannino e Peppe Scifo, che, influenzato dallo scenario economico, ha progressivamente acquisito le caratteristiche strutturali – sia in termini di qualità che di dimensioni – dei mercati del lavoro nelle regioni di confine. E questa dimensione richiede una nuova e più forte alleanza tra i nostri sindacati. Alla luce dell’analisi quantitativa e del contesto sociale e politico di questi Paesi, assume un’importanza fondamentale la questione transfrontaliera, che richiede un salto di qualità da parte delle nostre organizzazioni sindacali nell’elaborazione di strategie comuni. Il nostro obiettivo è quello di sostenere la costruzione di una Europa sociale attraverso un’azione sindacale sinergica, in modo da frenare la deregolamentazione e l’insicurezza del lavoro, e favorire lo sviluppo e l’occupazione attraverso la standardizzazione dei sistemi previdenziali, assistenziali e fiscali, definendo uno spazio comune di contrattazione e strumenti contrattuali comuni.”
Un’azione sindacale congiunta, dunque, nelle regioni di confine può svolgere un ruolo attivo fondamentale nella costruzione dell’ Europa sociale. Ciò di cui abbiamo bisogno è un salto di qualità, un’azione non esclusivamente intesa a difendere i diritti dei lavoratori transfrontalieri, ma che promuova attivamente relazioni industriali e il dialogo sociale con le Istituzioni a più livelli.
Innanzitutto, dichiarano ancora Alfio Mannino e Peppe Scifo, dobbiamo dotarci degli strumenti necessari per analizzare, valutare e comprendere non solo la portata di questo fenomeno, ma anche la sua qualità, in termini di composizione diversificata della forza lavoro, in modo da governare al meglio questo particolare settore del mercato del lavoro.
L’acquisizione di queste conoscenze è fondamentale per soddisfare le esigenze di questi lavoratori, ampliando la rete di servizi che possiamo mettere a loro disposizione, rafforzando il supporto fornito su previdenza, malattia, procedure infortunistiche e così via.

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