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Consorzi di bonifica, l’on. Ragusa replica alla richiesta di dimissioni

La risposta alla nota congiunta dei parlamentari all'Ars Campo e Dipasquale
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“Quando l’arroganza si unisce all’ignoranza sulla materia si rischia di superare il sentire della politica. Perché si pensa solo a danneggiare e non a costruire. Chiedere le dimissioni al sottoscritto per la vicenda dei consorzi di bonifica significa nutrirsi di idiosincrasia e di strumentalizzazioni a buon mercato che non ci portano da nessuna parte”.

Così il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, l’on. Orazio Ragusa, risponde ai parlamentari Stefania Campo e Nello Dipasquale che, in una nota congiunta diffusa ieri, frutto degli interventi effettuati durante il congresso della Filbi Uil, ne hanno chiesto le dimissioni. “Soprattutto la Campo – sottolinea Ragusa, intervenuto nello stesso convegno – ha affermato che non essendoci stati risultati, la responsabilità politica di una eredità pesantissima che ci trasciniamo da decenni e che l’attuale Governo regionale si è preso l’impegno di risolvere, sapendo di confrontarsi con una strada tutta in salita, dovrebbe essere, non si capisce bene perché, del sottoscritto. Quando, invece, proprio in commissione, oltre ad avere licenziato le riforme sulla pesca, sull’ex Asi e l’Irsap, giusto per parlare degli interventi più recenti, abbiamo predisposto una riforma proprio per i consorzi di bonifica che era approdata in commissione Bilancio per il finanziamento e che, però, è ritornata indietro dopo una serie di rilievi da parte dell’ufficio legislativo dell’Ars. La questione, molto delicata, riguarda il transito del personale dipendente dai vecchi consorzi a quello nuovo, unico per tutta la Sicilia. E, in ogni caso, pur tra mille difficoltà, si sta cercando di guardare al futuro, costruendo un consorzio a misura sulle esigenze dell’agricoltura. Cercando, in più, di intercettare i fondi del Pnrr”.

“Si creerà – prosegue l’on. Ragusa – una nuova realtà da consegnare agli imprenditori del comparto, superando le attuali frustrazioni dei dipendenti alle prese con il ritardo nel pagamento di alcune mensilità degli stipendi. E tutto questo quando, alcuni anni fa, in Finanziaria, il sottoscritto aveva cercato di inserire delle risorse economiche che sarebbero servite a colmare dei vuoti, senza trovare il sostegno di quegli stessi deputati che oggi fanno opposizione giusto per il piacere di farla, che strumentalizzano giusto per il piacere di strumentalizzare, che criticano per il gioco delle parti. No, questo è un inutile gioco al massacro a cui non possiamo stare. D’altro canto, basterebbe guardare quello che sta accadendo a livello nazionale, con il Governo Draghi in cui tutti marciano verso un’unica direzione stante la difficoltà del momento, per rendersi conto che la vecchia politica, fatta di inutili e stantie accuse, non ha più senso, è superata. Invece, oltre che a guardare al futuro, e questo può succedere pure sul fronte dei consorzi di bonifica, è necessario costruire tutti assieme. La riforma in fase di definizione chiuderà tutte le dicotomie esistenti in seno ai consorzi di bonifica. E lo farà in maniera univoca. Quindi, chi chiede le mie dimissioni dovrebbe prima di tutto pensare se ed in che modo ha fatto il bene di questo territorio. E non mi dica che si trova all’opposizione. Anche dall’altra parte della barricata si può svolgere un ruolo utile per l’area da cui si proviene, cosa che, invece, non è accaduto, visto che abbiamo preso atto solo di una protesta continua e costante. Dispiace, dunque, che l’on. Campo e l’on. Dipasquale facciano ancora politica ricorrendo ai vecchi slogan, ad accuse logore, a modus operandi che ci fanno ripiombare indietro di cinquant’anni. Oggi tutti dobbiamo dare il nostro contributo, ed è un contributo fatto di sacrifici, di abnegazione, cercando di comprendere in che modo si possa essere utili. Non bisogna sottrarsi alle proprie responsabilità. Io non l’ho mai fatto. E loro? Sembrano i prodromi, insomma, di una campagna elettorale che si annuncia ricca di veleni. A cui, sinceramente, non intendo sottostare. E sono pronto, quando chiamato in causa, a ribattere colpo su colpo. Anche se questo, in tutta sincerità, non ci farà compiere alcun passo in avanti per la risoluzione dei problemi della collettività”.

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