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India. Mi chiamo Munawar Faraqui…..di Giannino Ruzza

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 29enne cabarettista di fede musulmana Munawar Faraqui è stato incarcerato per oltre un mese (poi uscito su lauta cauzione) per aver insultato le divinità indù nel corso di almeno una dozzina di spettacoli in giro per gli stati dell’India. “L’odio ha vinto, l’artista ha perso”, continua a ripetere il cabarettista dopo che l’ennesimo spettacolo, in programma domenica, è stato cancellato dagli organizzatori a Bangalore, la capitale dello stato meridionale del Karnataka. Faraqui, è evidente, si sente continuamente minacciato di morte dagli induisti al potere che gli hanno proibito di esibirsi in pubblico, visto che non intende smettere di infierire satiricamente, attraverso barzellette e racconti controversi, contro la religione indù, simbolo dello stato indiano, che conta oltre 1,5 miliardi di seguaci nel mondo. In un’intervista alla rete indiana NDTV all’inizio di questo mese, Faraqui ha affermato di riceve “50 chiamate di minaccia al giorno” e che è stato costretto a cambiare il suo numero di telefono tre volte. “Quando il mio numero viene fatto trapelare, la gente mi chiama e insulta pesantemente me e la mia religione, e questo mi spaventa”, ha detto all’emittente di Nuova Delhi. “Il mio tempo finisce qui. Voi ragazzi siete stati meravigliosi” il commiato dal palco del cabarettista musulmano, dopo la cancellazione dell’ultimo spettacolo a Bangalore.

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