Sono arrivati in tanti i pazienti del reparto di Oncologia Medica dell’ospedale “Maria Paternò Arezzo” – per effettuare la vaccinazione. Alcuni di prima dose, altri di seconda e di terza.
La numerosa presenza ha confermato che la vaccinazione di prossimità è apprezzata e viene incontro alle esigenze delle persone, soprattutto se si tratta di soggetti più fragili e, quindi, più a rischio.
Tante le storie da raccontare e alcuni di loro erano ben disposti a testimoniare che il vaccino «innanzitutto un dovere civico e morale che aiuta la comunità e noi che siamo persone fragili siamo più vulnerabili. Io mi fido della scienza” ha detto Teresa, una giovane donna malata oncologica.
Ma c’è stata anche la testimonianza di una coppia di sposi da sessant’anni insieme. Lei accompagnava il marito, lui malato oncologico, sostenendolo con la stessa tenerezza di quando erano giovani, «siamo insieme da tanti anni e non potevo non essere al suo fianco anche in questo momento della nostra vita così delicato.»
Mariuccia ha voluto parlare di sua figlia A., una ragazza di 12 anni, compiuti da poco, che ha deciso di fare la sua prima dose di vaccino per proteggere un familiare molto caro affetto da patologia oncologica.
Il primario, Stefano Cordio, con l’equipe del suo reparto, è rimasto accanto ai suoi pazienti mentre il Team vaccinale aziendale somministrava le dosi di vaccino.