Solgenitsin, molto tempo fa, ebbe a scrivere che “nelle dittature non si può parlare, anzi si deve tacere; nelle democrazie, invece, si può parlare, anzi si può anche gridare ma… al vento”.
Questa è la stessa condizione iniziale che, in un lungo processo di degradazione, ha fatto maturare a Modica, uno scenario sostanzialmente immobile: da un lato un Potere onnipotente e dall’altro un’ Opposizione consiliare, culturale e da social, sterile ed inconcludente che, nei fatti, finisce per esercitare una funzione strumentale al potere stesso.
Questa strumentalità appare essere l’esito finale di un processo che ha degradato l’antico rapporto, tra Governo ed Opposizione, passando dal democratico confronto dialettico ad un sempre più rassegnato cedimento dell’Opposizione alla tendenza naturale che ha il Potere di assolutizzarsi.
Il risultato finale, constatabile in maniera solare, è quello di un Potere che tenta di liberarsi delle norme di legge e regolamentari, considerandole inutili lacci e lacciuoli alla propria azione di governo e, di contro, un’Opposizione che si lascia trascinare da tali irregolarità attardandosi solo nella ricerca dell’errore, della incoerenza o della violazione delle norme, per impelagarsi in sofisticate querelle interpretative, senza mai giudicare ciò che è sostanza apprezzabile e perché.
Così il Potere, nell’immaginario collettivo di una burocrazia, palla al piede della operatività, finisce per essere giustificato nella violazione di norme e normette, per i più rapidi risultati che raggiunge, mentre l’Opposizione viene giudicata di mentalità azzeccagarbugli, inconcludente e da teatrino della politica.
In queste condizioni il Potere non ha alcun interesse a coinvolgere l’Opposizione (sarebbe un discorso tra sordi) mentre quest’ultima alla sua insignificanza politica aggiunge quella presenza che sembra utile solo a raffigurare uno scenario formalmente democratico, assumendo, nella sostanza, la qualità di utile idiota del Potere. [Non stiamo giustificando questo dato, ma una corretta analisi non può fare a meno di assumerlo come dato di fatto, visto che poi incide nei risultati elettorali].
L’insignificanza dell’opposizione, che è un dato di fatto, può essere indagata solo per accertare quanto essa sia frutto voluto dell’azione del Potere oppure quanto sia un naturale destino di questa democrazia.
Dove è la dialettica democratica che agli inizi della democrazia parlamentare sembrava la giusta risposta ai totalitarismi?
Scomparve! Dove è quel sistema in cui Governo ed Opposizione erano parti distinte di un medesimo incontro-scontro di interessi, prima ideologiche e culturali, poi solo economiche? Scomparve!
Cosa rimane? Rimane il fondato dubbio che la tendenza naturale del Potere ad assolutizzarsi abbia vinto la sua grande battaglia, trasformando la propria oggettiva mediocrità di governo in destino, come se non fosse ad esso attribuibile, con il paradosso che non ci si avvede che a tale solare mediocrità nel governo della Comunità modicana corrisponde un formidabile ed intelligente strumento buono per ben conseguire scopi di parte e di clan tra i quali il consolidamento ed il mantenimento del Potere, chiunque vinca le elezioni.
Dei due responsabili di questo immobilismo, Potere che persegue obiettivi personali e di clan ed Opposizione che si agita senza poter produrre nulla, riteniamo quest’ultima più deleteria, meglio, più inutile.
Il Potere nell’esercizio della sua azione di governo, infatti, mediocre per quanto possa essere, si muove secondo le logiche operative del fare; un fare che, comunque, si può provare a stimolare e modificare purché si abbia la capacità di elaborare una difficilissima, ma possibile, azione di contrasto e nuove forme di lotta. Difficilissimo provare ma si possono trovare buoni alleati nel sistema giuridico, in qualche embolo saggio che sfugge al controllo totalizzante del sistema Abbate e, comunque, in quello spazio di azione che impegno e dedizione (comunque intelligenza) può creare per erodere la grande asimmetria esistente tra Potere ed azione di chiunque voglia metterlo in discussione.
E’, invece, da abbandonare, in maniera assoluta, l’idea di sollecitare l’attuale Opposizione, modicana, caratterizzata da un’insignificanza disarmante che, come ogni nulla, non si lascia minimamente modificare non presentando spunti cui agganciare progetti di rinascita. Deve essere chiaro, la nostra è un’ostilità sofferta, benevola e rassegnata; un’avversione che non supera quel cristiano “perdona loro che non sanno quello che fanno”.
Quale sentimento, infatti, può suscitare l’inutile agitarsi di un’ Opposizione pronta a trovare giustificazioni alla propria inettitudine, non nella ontologica inadeguatezza della sua azione e degli strumenti adottati ma nella insuperabile onnipotenza del Potere che sarebbe privo di sensibilità democratica ed irrispettoso delle norme che definiscono funzioni, ruoli e responsabilità delle Istituzioni magari richiamando responsabilità della magistratura o comunque la sua scarsa efficienza?
Fattori questi che, nel mondo del normale, pur in buona sostanza fondati, non possono divenire miti incapacitanti tali da non far comprendere la banale conseguenza che in casi del genere o ci si arrende o si elabora un’azione di contrasto capace almeno di lottare con una qualche possibilità di successo.
Bene, se l’Opposizione rappresenta un “nulla immodificabile” ed il Potere una scarsamente modificabile macchina oleata e onnipotentemente predisposta a curare interessi privati e di clan piuttosto che il governo della Comunità modicana, cosa fare?
Due sono le soluzioni:
1 – arrendersi all’onnipotenza del Potere, soluzione che non sarebbe vigliaccheria quando esso fosse il risultato ponderato di una insuperabile asimmetria tra le proprie risorse e quelle del Potere, e fermo restando che quandanche non fosse proprio così sarebbe sempre più onorevole rispetto alla inutile strumentalità di questa “Opposizione da chiacchiericcio”;
2 – elaborare un progetto che operando una dettagliata microfisica della natura del Potere modicano riesca ad individuare risorse, strumenti e metodi per metterlo in discussione, evitando ogni contatto culturale o coinvolgimento dell’attuale “Opposizione da chiacchiericcio”, per evitarne il sicuro effetto contaminatore.
Nei prossimi articoli daremo sostanza all’insignificanza dell’Opposizione ed accenneremo a delle linee capaci di costruire una nuova azione per chiunque non abbia voglia di arrendersi o fare l’utile idiota del Potere.
(3-continua)
Carmelo Modica
carmelomodica45@libero.it
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