Dal capitolo “Gli anziani” del libro (nuova edizione) “La risacca” di Michele Giardina (euro 15,00), pubblicato e distribuito in Italia e all’estero da AMAZON.
“Per favore, spostatevi più avanti”- implora Turi – un poveraccio che, tutti i giorni, da una vita, sorretto da due stampelle in legno e a piedi nudi riesce con gran fatica a raggiungere la piazza, sedersi in un angolo e chiedere l’elemosina in versi:”Cu pensa pi Turi, pensa po Signuri”.
Uomini e donne, giovani over 65, avviati verso l’ultima parentesi di vita, gli anziani. Cittadini inutili. Soprammobili da sistemare in qualche modo. Vecchie cose in attesa di rottamazione. Non si sa bene se una categoria o una condizione. Probabilmente un intralcio, un problema. Oggi ne parlano tutti. Ministri, sindacalisti, sociologi. Dicono che una società moderna e solidale non può non occuparsene. Ed allora parole a fiumi. Ed anche qualche botta di vita per un lavoro di facciata. Una colossale ipocrisia. Il solito vergognoso inganno.
I problemi ancora tutti da risolvere. Gran parte dei pensionati vive in uno stato di bisogno. Molti altri sopravvivono con pensioni usurate dal continuo aumento dei prezzi.
Gli anziani non sono di centro, di destra o di sinistra. Sono. Anonimi, emarginati, offesi nella loro dignità. Pezzi di umanità in archivio. Una pensione decente, un posto dove dormire, un pasto caldo, l’assistenza sanitaria, una mano amica, un sorriso, un numero di telefono, un biglietto d’auguri. Senza, si muore.
“Collocati a riposo per raggiunti limiti d’età”. Così recita una infame nota della burocrazia! Uomini dimissionati dalla vita! Abbiano o meno una buona pensione, diventano un’altra cosa.
E il mondo continua a girare.
Da una parte il lavoro, le partite Iva. Dall’altra i bisogni o anche solo il desiderio di sentirsi vivi”.