Cinque mensilità arretrate per i dipendenti della SpM e tre per quelli della IGM, con l’annuncio di uno sciopero il 14 luglio prossimo: lavoratori e loro famiglie in attesa del dovuto dopo avere svolto il loro servizio per la città.
“Dopo otto anni continuiamo ad essere il fanalino di coda dei comuni italiani – denuncia Vito D’Antona di Sinistra Italiana -. Mentre la legge, in ottemperanza alle indicazioni dell’Unione Europea, obbliga le pubbliche amministrazioni a pagare le fatture delle imprese che forniscono lavori e servizi entro trenta giorni, il Comune di Modica ha registrato in questi anni tempi di pagamento di 303 giorni nel 2017, di 243 giorni nel 2018, di 231 giorni nel 2019, fino a raggiungere una media di 570 giorni (quasi sei mesi) nel 2020, a fronte di comuni vicini al nostro con tempi di pagamento al di sotto addirittura dei trenta giorni”.
In sostanza le ditte che lavorano con il Comune di Modica ricevono il pagamento delle loro fatture mediamente dopo cinque mesi.
“Se a questo risultato si aggiunge un’ anticipazione di cassa che nel 2019 ha raggiunto la cifra impressionante di oltre 28 milioni di euro con costi esorbitanti dovuti agli interessi passivi a carico del bilancio, una riscossione ferma all’8% dei crediti iscritti in bilancio, il quadro non necessita di essere commentato – aggiunge D’Antona -. Abbate, prima di pensare a collocarsi alle prossime elezioni, ha il dovere di spiegare ai cittadini, ai lavoratori interessati da questi inaccettabili ritardi e ai loro sindacati come è stato possibile raggiungere tali livelli di preoccupante emergenza finanziaria pur avendo ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti, nel 2014, 64 milioni di euro e nel 2020 44 milioni di euro proprio per pagare i debiti arretrati”.