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Presentato il libro “Musici della Contea di Modica” di G. Ruzza

Tempo di lettura: 2 minuti

Ci sono voluti due anni di ricerche, consultazioni e testimonianze per la pubblicazione del libro  “Musici della Contea di Modica – 60 anni di storie, note e canzoni” (dal 1900 al 2000) a cura della casa editrice Adierre. L’opera è stata presentata venerdi  sera, nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, nello scorcio particolare dell’atrio comunale di Piazza Principe di Napoli. A congratularsi con gli autori Rosario Cannizzaro e Francesco Roccaro e portare il saluto dell’amministrazione comunale il sindaco, Ignazio Abbate, e l’assessore alla cultura, Maria Monisteri. Una bella e riuscita serata, presentata da Massimo Culmone, del quale, una volta di più, è stata apprezzata la padronanza professionale del microfono. Notevole anche lo spessore del professore  Giuseppe Barone, docente universitario e storico incaricato di presentare l’opera. “E’ un libro che esce fuori dalle consuete rappresentazioni – ha detto il professore – lo si capisce dalle battute iniziali. Due appassionati e colti musicisti che hanno dimostrato di aver dentro un fuoco passionale; strumento straordinario di espressione, comunicazione, riflessione e socializzazione che l’arte musicale sa trasmettere. Consapevolezza dello stare insieme – ha concluso – attraverso un processo di trasformazione del gusto musicale degli ultimi  60 anni  a Modica”. In bella mostra anche l’opera del pittore modicano Guido Cicero, che rappresenta il compianto grande maestro di musica Giovanni Bergamasco. Nel corso della serata sono state ricordate tante storie musicali, dai barbieri-musicisti, ai menestrelli, con intonazioni spontanee e racconti particolari, come quello che ha visto protagonista a cavallo degli anni ’40-‘50, un calzolaio che, incaricato da terzi,  si esibiva in lunghe serenate, sotto la balconata della marchesina Tedeschi, la quale alla fine si era, invece,  perdutamente innamorata dello “scarparo”. Ripudiata dal padre, si narra che la marchesina sia fuggita, per poi maritarsi con il menestrello.

foto di Giannino Ruzza

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