Ammontano complessivamente ad oltre 100 anni le condanne inflitte dal Collegio Penale del Tribunale di Ragusa, a conclusione del processo contro gli imputati coinvolti nell’operazione “Survivors” della Direzione distrettuale antimafia di Catania.
Filippo Ventura, considerato assieme al fratello Giambattista “Titta”, promotore dell’organizzazione, è stato condannato a 28 anni di carcere (in continuazione con altra analoga sentenza di condanna a 12 anni; 16 inflitti in questo processo). Il pubblico ministero della Procura Antimafia, Raffaella Vinciguerra, aveva chiesto 18 anni di carcere. Giambattista “Titta” Ventura, condanna a 18 anni a fronte di una richiesta di 21; Angelo Ventura, figlio di quest’ultimo, 13 anni e 7 mesi (14 anni richiesti); Rosario Nifosì, 16 anni (15 richiesti); Maurizio Angelo Cutello 12 anni (14 richiesti); Francesco Giliberto 11 anni (13 richiesti); Salvatore Nicotra 10 anni e 2 mesi (16 richiesti); Salvatore Macca 9 anni (16 richiesti).
Secondo l’accusa avevano costituito un clan mafioso con finalità in estorsioni, recupero crediti e controllo delle attività economiche, pure del mercato ortofrutticolo e dell’indotto attraverso l’intestazione fittizia dei beni.
Non luogo a procedere per Giovanni La Terra, Enzo Rotante, Gaetano Cinquerrui ; assolti, per non avere commesso il fatto, Emanuele Firrisi (il pm aveva chiesto la condanna a 15 anni) che era accusato di avere fatto parte dell’articolazione del clan a Comiso; Maria Cappello (4 anni richiesti) per intestazione fittizia di beni, perchè il fatto non costituisce reato; Vincenzo “Gino” Ventura e Maurizio Cutello, accusati di estorsione e tentata estorsione, perchè il fatto non sussiste; Salvatore Perucci, Andrea Perucci, Floriana Campagnolo, Claudio Saracino, Tiziana Lizzio, Agostino Glorioso, Salvatore Licitra, Andrea Frasca, per non avere commesso il fatto. Anche per questo gruppo, per il quale il Pm aveva chiesto 4 anni di condanna ciascuno, la questione riguardava l’intestazione fittizia di beni. Rosario Nifosì è stato assolto, invece, dall’accusa di detenzione e porto di armi in pubblico per non avere commesso il fatto. Giovanni Spadaro, accusato di detenzione e cessione di cocaina è stato assolto perchè il fatto non sussiste. Per Rosario Nifosì, Salvatore Macca, Salvatore Nicotra, Giambattista “Titta” Ventura, Angelo Ventura, Francesco Giliberto, Filippo Ventura e Maurizio Cutello il Tribunale ha disposto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale e la sospensione della potestà genitoriale durante la pena e la incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per due anni.
Il Tribunale ha disposto poi il dissequestro dell’azienda Lineapack e la restituzione al legale rappresentante oltre alla restituzione di un appezzamento di terreno agli eredi Perucci.
E’ stato confiscato, invece, un altro terreno. Nell’ambito dello stesso procedimento sono stati celebrati sei riti abbreviati davanti al Gup e che hanno prodotto sentenze definitive per Giovanni Savio condannato a 11 anni, 1 mese e 10 giorni e Marco Papa a 13 anni e 4 mesi. Tornate in Corte d’Assise le condanne di Pietro Alessandrello a 18 anni e 4 mesi in continuazione di reato (primo grado anni e 4 mesi), Francesco Battaglia 12 anni 1 mese e 10 giorni in continuazione (10 anni in primo grado) ed Emanuele Galofaro, 18 anni in continuazione (16 anni in primo grado); per loro la Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio per la rideterminazione del regime sanzionatorio.
Finirono assolti Enzo Giliberto accusati si 416 bis e per l’intestazione fittizia della ditta Lineapack, e Angelo detto ‘Elvis’ Ventura, accusato di tentata estorsione. Giovanni Cirmi era stato condannato a 8 anni.