
Il portavoce iraniano presso le Nazioni Unite, Shahroj Nazemi, ha affermato che l’azione di oscurare da parte degli Stati Uniti più di 30 siti Web iraniani è un'”azione illegale” che limita la libertà di espressione e promette di perseguire la questione per vie legali. Il sequestro “non è costruttivo” per i colloqui in corso che riguardano anche l’accordo sul nucleare del 2015. Shahroj Nazemi ha assicurato che il suo governo non resterà a guardare. Oltre ad Al-Alam e Press TV, di proprietà della Radio e Televisione della Repubblica Islamica dell’Iran (IRIB), la mossa degli Stati Uniti ha preso di mira molti altri siti web della Resistenza siriana, irachena e palestinese, come l’agenzia di stampa irachena Al-Maloomah e il sito web del canale televisivo Al-Kawthar TV, PressTV, Al-Alam e Al-Masirah, tutti oscurati. Nel mirino anche tre siti web del gruppo iracheno Kataeb Hezbollah, che erano ospitati su domini di proprietà degli Stati Uniti.