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Decreto Covid, stop a zone gialle fino al 30 aprile

Draghi in conferenza stampa: scuole aperte fino alla prima media anche in zona rossa
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Prime decisioni in vista del nuovo decreto sulle misure anti Covid. In meno di un’ora di riunione, dalla cabina di regia con il premier Mario Draghi e i ministri a Palazzo Chigi viene fuori una novità che riguarda la scuola. Asili nido, elementari e prime medie saranno aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. Al vertice hanno preso parte i ministri Roberto Speranza, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Dario Franceschini, Maria Stella Gelmini, Elena Bonetti, Patrizio Bianchi, e il sottosegretario Roberto Garofoli. Presenti anche i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.
A darne conto in conferenza stampa nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio è lo stesso Draghi. “Il ministro Bianchi sta lavorando perchè la riapertura avvenga in modo ordinato. Le decisioni prese con l’ultimo decreto hanno portato a una diminuzione della crescita dei contagi. Aprire ulteriormente le scuole sarebbe rischioso”. Il ministro della Salute Speranza spiega: “C’è il primo segnale di rallentamento del contagio. Per questo abbiamo voluto spendere questo piccolo tesoretto che abbiamo sulla scuola”. Il decreto, che dovrebbe avere il via libera all’inizio della prossima settimana conterrà le misure per il dopo Pasqua visto che il 6 aprile scade l’attuale decreto. L’ipotesi che appare più accreditata è il prolungamento delle attuali misure fino al 3 maggio, sostenuta dai cosiddetti rigoristi. Almeno per tutto il mese di aprile, dunque, resteranno solo le zone arancioni e rosse. Altri ministri invece chiedono l’allentamento di alcune restrizioni, in particolare quelle che riguardano ristoranti e pizzerie con la possibilità di aprire per pranzo. Draghi ha parlato anche di vaccini: “Starei attento a fare contratti” su Sputnik “perché ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d’investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. E’ vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno”.

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