Da quando il drammaturgo americano Edward Albee ha scritto “Chi ha paura di Virginia Woolf?” fino ad oggi la domanda rimane la stessa. Chi teme di vivere la vita senza false illusioni? O meglio, chi teme di affrontare la vita reale?
Non è una delle possibilità dell’artista? Confrontare la società con le sue bugie? Albee non fa altro che insistere sul fatto che in ciò che viviamo c’è un conflitto.
Per questo siamo andati a chiedere ai cittadini di questa provincia se erano d’accordo con le attività culturali che venivano generate nella nostra società. Il semplice fatto di chiedere, di dare voce alla gente ha scatenato una serie di reazioni inaspettate. Dalla più assoluta apatia alla repressa rabbia perché nulla cambi.
Cosa c’è, non si può chiedere alla gente? Al cittadino soltanto lo si ama come spettatore? come un inutile pupazzo seduto su una poltrona?
Da dove viene la paura che le cose cambino? Da dove viene la paura di una cultura più ricca, di più qualità?
Lasciate che vi dia una notizia, è solo l’inizio.
Non vorrei essere felice a condizione di essere imbecille (diceva Voltaire)
Rubén Ricca
(regista e autore)
4 commenti su “Il disagio nella cultura. Il suono e la furia….di Ruben Ricca”
Ottimo articolo, bisogna parlare e insistere più in questo, specie nelle scuole che addirittura vogliono decimare materie importanti per la cultura appunto.
Oggi non si produce cultura, quel poco è di nicchia ma proprio nicchia, oggi la cultura la possiamo solo raccontare, oltretutto in quelle poche occasioni che si hanno.
Però abbiamo la cultura del secolo, globalizzazione e tecnologia!
E poi la cultura non è come il gratta e vinci che potresti diventare ricco. L’unica ricchezza che possiamo avere è quella intellettuale o della conoscenza, leggendo un libro non vinci niente e allora non serve.
Il denaro è la cultura dell’accumulare ricchezze e benessere apparente!
Caro Ruben,
Visto quanti commenti ci sono sulla cultura? O su quelli del Pof. Pisana? O anche quelli della Faletti o Ruzza quando parlano di qualcosa di simile?
Veda invece quanti commenti sulla politica, sui politici, cronaca, pettegolezzi ecc.…. Questo mi fa capire tante cose, che non dico perché qualcuno potrebbe risentirsi, ma capisco e mi convinco che ormai anche se non voglio ammetterlo, tutto è perduto o compromesso!
Ecco perché sono critico con tutto e tutti, perché vedo il degrado intellettuale, anche quello piccolo come il mio!
Egregio signor Spinello, che non esistano commenti non significa disinteresse, solo significa mancanza di iniziativa. La prossima settimana invio un articolo su la politica di oggi. Vedrà già che divertente. Un saluto