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Una metropolitana territoriale per il sud-est della Sicilia

L’architetto pianificatore Luigi Cavallo propone un modello di mobilità sostenibile in grado di generare occasioni di sviluppo valorizzando le risorse territoriali esistenti
Tempo di lettura: 5 minuti

La necessità di dare una risposta alla crisi generata dalla pandemia ha portato il governo all’adozione di diversi provvedimenti per far ripartire il Paese e nello stesso tempo a rapportarsi con tematiche finora affrontate in maniera marginale dall’Italia, come la sostenibilità e la resilienza. L’emanazione di misure come il Decreto Rilancio 2020 o il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente approvato, sembrano essere l’inizio di un’importante transizione verso un’economia sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale. Ingenti sono le risorse destinate alla transizione ecologica, all’equità sociale e territoriale, così come alle infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Ampiamente affrontato già da alcuni decenni dai Paesi dell’Europa centro-settentrionale, quello della mobilità sostenibile è un tema cruciale per quanto riguarda la vivibilità delle nostre città e la fruizione del nostro territorio, perché restituisce qualità ai luoghi delle persone.

Le persone, in questa prospettiva, tornano al centro della scena urbana, in spazi pensati per loro, più salubri, più vivibili, più accessibili. Tutti i mezzi di trasporto, sia individuali che collettivi, sono integrati tra loro in una logica intermodale, permettendo di liberare le città da smog e congestione in cambio di maggiore efficienza, accessibilità e capillarità.

Ma l’Italia saprà sfruttare al meglio l’opportunità elargita dai suddetti investimenti? E quali sono le prospettive per la Sicilia anche alla luce della classifica dell’Indice della mobilità sostenibile (Ims), recentemente stilata da Agici, che pone le città metropolitane dell’Isola agli ultimi posti? Saprà individuare la nostra Regione i progetti che davvero puntano a migliorare questo risultato, non solo in riferimento alle città metropolitane, ma anche al resto delle province siciliane?

 

«Basta cominciare valorizzando e ottimizzando l’esistente», suggerisce l’Arch. Pianificatore Territoriale Luigi Cavallo, che già alcuni anni fa ha effettuato uno studio che punta a valorizzare la ferrovia Siracusa-Gela, ponendola al centro di un sistema integrato con le linee dei bus e supportata da un’estesa rete di percorsi pedociclabili.

«Ho iniziato il mio studio a partire dalla provincia di Ragusa – spiega l’architetto pianificatore – ma gli stessi principii sono validi in generale per tutta la Sicilia e non solo. La sfida è il miglioramento della qualità della vita a partire da un miglior utilizzo del territorio, ipotizzando un modello di mobilità sostenibile i cui protagonisti sono principalmente il treno, il bus e la bici».

Perché il treno?

«Perché disponiamo già dell’infrastruttura, che basta migliorare e valorizzare, e perché è un mezzo pubblico versatile e dalle enormi potenzialità, in grado di movimentare un grande numero di persone, che offre maggiori spazi per le carrozzine per disabili o i passeggini e che permette di far salire a bordo la propria bici in modo da poter proseguire il proprio viaggio una volta scesi dal treno».

 

«Analizzando il tracciato della ferrovia iblea – continua Luigi Cavallo – ho osservato che oltre a connettere la maggior parte dei comuni della provincia (alcuni dei quali patrimonio UNESCO), esso attraversa il territorio lambendo una lunga serie di poli attrattori e servizi, sia urbani che extraurbani, come uffici, scuole, ospedali, centri commerciali, aree produttive, aziende agricole, agriturismi, villaggi turistici, spiagge, oltre a un vasto patrimonio di ville storiche, giardini e altre meraviglie architettoniche, naturalistiche e archeologiche, nonché interessanti aree dismesse da recuperare; mentre si snoda a pochi chilometri dal porto di Pozzallo e dall’aeroporto di Comiso, verso i quali è fondamentale creare un collegamento diretto.

Alla luce di tutto ciò, in una prospettiva di miglioramento funzionale, questa ferrovia potrebbe diventare il filo conduttore in grado di mettere in relazione tutti questi luoghi se venisse utilizzata come una vera e propria metropolitana territoriale, attraverso la creazione di nuove fermate intermedie tra le attuali stazioni, in corrispondenza dei suddetti poli attrattori, sia in ambito urbano, che extraurbano (queste ultime anche con caratteristica di “fermata a chiamata”), laddove avviene l’interscambio modale, a seconda dei casi, con le altre forme di trasporto: bici, bus, aereo, mezzi navali, parcheggi scambiatori, ecc.

La città di Ragusa, da sola, sta già convertendo la sua tratta ferroviaria urbana in metropolitana di superficie, grazie al recente finanziamento, ma l’obiettivo è estendere la metropolitana al resto dell’area iblea, considerando quest’ultima come un’unica città policentrica, che svolge numerose funzioni e che offre una serie diversificata di servizi. Le città iblee infatti sono fortemente legate tra di loro sia per vicinanza geografica, che per motivi storico-culturali, economici e sociali (si pensi all’antica contea di Modica), ciascuna delle quali spesso con un ruolo prevalente ben definito».

 

Questo studio verrebbe dunque a delineare un modello strategico di mobilità sostenibile e smart nella Sicilia sudorientale, proprio a partire dalle risorse territoriali esistenti, al servizio degli abitanti locali e nello stesso tempo a supporto di un turismo sostenibile, in grado di generare ricchezza e benessere nel territorio.

 

«Perché tutto ciò possa essere realizzato però – conclude l’architetto – tenendo conto degli investimenti in programma, è indispensabile da un lato un dialogo congiunto tra Amministrazioni comunali e sovracomunali, e dall’altro la stesura di adeguati strumenti di pianificazione, primo fra tutti il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) – in questo caso basterebbe estendere quello di Ragusa all’intera provincia – perché costituiscono la via d’accesso ai finanziamenti, soprattutto per infrastrutture di tipo metropolitano».

 

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Luigi Cavallo è architetto pianificatore territoriale. Il suo campo di interesse principale è legato alla mobilità sostenibile e alle politiche di rigenerazione urbana. Ha svolto alcune collaborazioni con il CIRCES dell’Università di Palermo, relativamente al recupero e alla riqualificazione dei centri storici di Modica e Scicli. Ha pubblicato alcuni articoli fra i quali: La costruzione e l’organizzazione della conoscenza nel rilievo del centro storico di Modica; Strategie di intervento per una mobilità sostenibile all’interno dei centri storici dall’orografia complessa. L’uso di sistemi ettometrici per incentivare la mobilità pedonale nel centro storico di Modica [In: Giuseppe Trombino et al., Modica. Contributi per il recupero e la riqualificazione del centro storico, CIRCES, Università di Palermo, 2016]; Sostenibile, soft, smart: modelli di mobilità per le medie città europee. Le esperienze di Graz e Karlsruhe – Karlsruhe [In: Francesco Alberti, Pino Brugellis, Federico Parolotto (a cura di), Città pensanti. Creatività, mobilità, qualità urbana, Quodlibet, Macerata, 2014]. Ha partecipato ad alcune conferenze, sia in seno al CIRCES, che in seno all’Ordine degli Architetti PPC di Ragusa con tematiche inerenti alla mobilità sostenibile. A Modica ha presentato nel 2016 una mostra proponendo la rievocazione degli antichi ponti lungo gli alvei della città; nel 2012 è stato uno dei promotori di Se fosse un parco, un progetto di riqualificazione dal basso del Parco urbano di S. Giuseppe ‘U Timpuni.

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6 commenti su “Una metropolitana territoriale per il sud-est della Sicilia”

  1. Troppo bello per essere vero, e troppo bello crederci.
    Se l’autostrada pensata 40 anni fa è ancora incompleta, il raddoppio Ragusa Catania pensato 20 anni fa, ancora lo “pensiamo”, fra quanti secoli verrebbe realizzato questo progetto?
    Io penso che nel frattempo l’uomo si sia estinto!
    Poi con questa politica è velleitario il solo pensare qualcosa del genere, per non parlare degli investimenti, ci vorrebbe il doppio di quello che ha investito la Ue per la pandemia di tutta l’Europa.
    Scusi il mio cinismo Arch. Cavallo, penso che Lei abbia pensato a tutto il retroscena che comporterebbe questo bel progetto, ma per fortuna i sogni non c’è li possono togliere! Almeno quelli!
    Cordialmente.

  2. IL Progetto dell’Arh.Cavallo appartiene a quei “Sogni Realizzabili” io mi sento di appartenere a quei cittadini definiti “Costruttori” e non “Demolitori” per cui voglio crederci…ma senza il coinvolgimento di di RFI,TRENITALIA ECC..Che non vengono citate difficilmente il Progetto potrà partire anche solo a livello teorico…credo anche nella possibilità dei Finanziamenti Europei Bisogna quindi creare una sorta DI PIATTAFORMA DI LANCIO DI QUESTO PROGETTO CON IL CONTRIBUTO SERIO DELLE ISTITUZIONI E DEI PRIVATI.AUGURI

  3. Un bellissimo progetto, credo che tutti saremmo felici di un investimento finalizzato a questa opera, altro che lotterie degli scontrini o sperperi di risorse varie, messe in campo da sciocchi e da una politica di gente incapace, una politica nata solo per contrastare i “ladri” del passato. Oggi ci siamo beccati gli honesti, che poi in ultima analisi sono “ladri” pure loro anzi peggio perchè hanno fatto perdere tempo alla politica vera, e che non hanno nessuna idea su “VERE RIFORME STRUTTURALI” della quali l’Italia ha veramente bisogno. Grazie architetto Cavallo noi siamo con lei e con le sue idee. Un salutone agli pseudo politicanti o amministratori del passato o addirittura sindacalisti trombati e che vorrebbero darci lezioni e si sono incarnati nei peggiori grillini, come a dire io ho sbagliato nel passato in quella politica che io ho contribuito a portare avanti al di la di partiti di destra e sinistra e oggi sono qua per darvi lezioni, con un po di dignità mi aspetterei un passo indietro e maggior rispetto alla “politica vera”.

  4. Qualcuno mi ha fatto notare che un merito di questo governo, dimissionario, è stato ad esempio la emanazione della norma sull’Ecobonus 110%, bonus ristrutturazioni o altro. E io sono d’accordo con lui, a parte il fatto, tuttavia, che è gestito malissimo, al punto che ancora nulla si è fatto ad oggi, norme complicate ed in qualche modo difficilissime da gestire. Eccò, io sono d’accordo che l’idea è “ottima”, ma serve un sistema serio che possa gestire fluido, speriamo nel prossimo governo che metta persone, come dire, più qualificate a scrivere procedure più semplici ed attuabili. Non si può crescere con pane e giustizialismo preventivo, serve snellezza nelle procedure. Così, per dire.

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