L’economia messicana mai così bene nel terzo trimestre dal 1990. Con il vento in poppa grazie all’impennata della produzione servita a soddisfare la domanda degli Stati Uniti che ha aiutato molto l’economia messicana a recuperare parte della produzione persa dall’anno scorso. Il prodotto interno lordo è aumentato del 12,1% rispetto al trimestre precedente, secondo i dati rilasciati ieri dall’istituto nazionale di statistica. A trainare la ripresa il settore industriale, tra i quali spiccano il minerario, l’edile e il manifatturiero cresciuti del 21,7%, mentre i settori, agricoltura, allevamento e pesca sono aumentati dell’8%. Bene anche le attività di servizi: commercio, trasporti, finanza e media che hanno guadagnato l’8,8%. Tuttavia, secondo gli analisti l’impennata record non durerà nel quarto trimestre, in quanto prevedono un rallentamento dello 0,9, con l’economia complessiva che risulterà in contrazione del 9,2% nel 2020, l’anno peggiore dalla Grande Depressione. Il presidente Andres Manuel Lopez Obrador ha respinto le sollecitazioni degli economisti di incrementare la spesa pubblica in tempi di pandemia, come hanno fatti altri grandi paesi, sostenendo che un debito più soft renderà più facile il rimbalzo del Messico. Nota dolente, strano a dirsi, la percentuale di lavoratori che vivono in stato di povertà è passata dal 35,7% di inizio anno al 44,5% del terzo trimestre.
- 3 Gennaio 2025 -