L’Australia viola gli interessi commerciali e la Cina risponde a muso duro. Il costante deterioramento dei legami tra i due paesi era iniziato già nel 2018 quando il governo australiano aveva vietato a Huawei la realizzazione della rete 5G nel suolo nazionale per ragioni di sicurezza nazionale. Il deterioramento costante dei rapporti tra i due paesi ha portato in queste ore la Cina ad imporre nuove pesanti sanzioni commerciali all’Australia. In settimana è partito l’ordine dal governo di Pechino di sospendere l’importazione di prodotti per circa 16,5 miliardi di euro. Un durissimo colpo per l’economia del paese dei canguri. Stop quindi a importazione di cotone, vino, legname, rame e carbone, industrie che rappresentavano circa il 9% delle esportazioni totali di prodotti e materie prime australiane verso il regime comunista di Xi Jinping. Restano, invece, fuori dalle sanzioni, ferro e gas naturale, indispensabili per l’economia cinese. “Ci auguriamo di poter ripristinare al più presto le relazioni commerciali con i nostri partner cinesi, ha detto esprimendo preoccupazione a una radio di Sidney il ministro del commercio australiano Simon Birmingham.
- 5 Febbraio 2025 -
2 commenti su “Cina: pesanti ritorsioni commerciali merci australiane”
Fra poco i Cinesi detteranno le leggi. Mi spiace che un ministro australiano si abbassi i pantaloni cosi facilmente. D’accordo l’economia, gli interessi, ma la dignità di un paese va difesa a qualunque costo. Il ministro a questo punto avrebbe dovuto bloccare anche ferro e gas. Non voglio pensare cosa succederà ora, visto che Trump era l’unico a puntare il dito contro i Cinesi per il disastro pandemico, mentre gli altri stanno alla finestra. Noi siamo come i cani, pisciamo ovunque per assicurarci un territorio. Ma perché nessuno chiede i danni alla Cina per disastro pandemico? O se lo hanno fatto, è stato a bassa voce?
Binomio di ideologia e ipocrisia