In arrivo anche oggi a Pozzallo, con partenza da Lampedusa, altri 150 immigrati a bordo di una unità navale della Capitaneria di porto. Non importa se c’è posto dove sistemarli. Non importa. Intanto arrivano, poi si vedrà. Lampedusa scoppia. E qualcosa bisogna pur fare. Da Roma partono un paio di telefonate. Trapani e Taranto di traffici di questo tipo non ne vogliono sapere. Creerebbero intralci al turismo e alle attività commerciali. Idem Porto Empedocle. Il sindaco Ida Carmina ha detto chiaro e tondo ai suoi amici grillini che non intende più continuare a fare da sponda a Lampedusa.
Rebus sic stantibus, Roma decide di creare un asse preferenziale tra Lampedusa e Pozzallo per gestire la mobilità di migliaia di persone che sbarcano illegalmente sulle nostre coste. Questo è. Protestare? Perché mai? Smettiamola con questi pensieri sconvenienti. Smettiamola. Calma e gesso. State pur certi che la magistratura italiana, da sempre molto attenta agli aspetti penali legati all’immigrazione clandestina, farà di tutto e di più per accertare eventuali responsabilità governative nella gestione approssimativa, disordinata e arruffona di un fenomeno che, francamente, sta assumendo le proporzioni di una “invasione organizzata”.
A questo punto non importa più raccontare quanti sono gli ospiti del Centro Hotspot, quanti sono stati sottoposti a controlli sanitari per accertare il loro stato di salute, quanti sono stati trovati positivi al Coronavirus, quanti di essi sono ricoverati e dove e quanti sono riusciti a rendersi uccel di bosco. Onestamente si tratta di particolari poco rilevanti rispetto alla gravità complessiva di un problema immane, sempre più socialmente devastante e controverso, che galoppa comunque verso la fantastica e ostinata soluzione finale immaginata dalla ministra Luciana Lamorgese: quella di accogliere tutte le persone in fuga. Tutte. Senza alcun problema.
“Abbiamo già in cantiere un progetto di ampio respiro – dice la ministra – che prevede una equa redistribuzione degli immigrati che sbarcano sulle nostre coste nelle venti Regioni italiane. Abbiate un po’ di pazienza. Ci stiamo organizzando”.