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Accusati di usura. “Condannati prima del processo”. Riceviamo

MODICA. Orazio e Vincenzo Musumeci, padre e figlio, sono stati coinvolti in un’indagine dei carabinieri per usura nei confronti di un carrozziere modicano. Ammessi agli arresti domiciliari, si sono difesi attraverso il loro difensore, l’avvocato Giovanni Di Pasquale, tant’è che il Tribunale per il Riesame di Catania, ha annullato l’ordinanza restrittiva e li ha rimessi in libertà.
A distanza di giorni, Orazio Musumeci ha sentito il bisogno di scrivere una lettera che pubblichiamo integralmente.
Per tanti anni ho lavorato nella Guardia di Finanza. In questa vicenda, nonostante incensurati, siamo stati presi e sbattuti in prima pagina su tutti i giornali e su internet.
Il messaggio è passato negativo sui giornali e cioè che io e mio figlio Vincenzo eravamo sicuramente colpevoli. Solo che il processo si deve ancora fare. E’ stato consentito a centinaia di persone di offendere con commenti che ci dipengevano come delinquenti della peggiore specie. Mio figlio Vincenzo,, come me, è stato bersagliato da insulti e minacce e oggi non riesce a trovare più lavoro. La nostra fortuna è stata quella di avere un difensore di fiducia che ci ha creduti e il Tribunale del Riesame di Catania che ha capito che io e mio figlio siamo innocenti e ha ordinato l’immediata remissione in libertà. Resta ancora il processo durante il quale da uomini liberi potremo chiarire la nostra posizione”.
30.01.2020
Musumeci Orazio

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