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Commenti fondati sulla superiorità e sull’odio razziale e cinico. A giudizio sette modicani

Sette imputati in un processo scaturito a seguito di una violenta rissa avvenuta a Modica  l’11 settembre 2014 tra un giovane locale e tre tunisini, riportata dalle cronache come un’aggressione unilaterale da parte degli extracomunitari, che ebbe seguito il sabato successivo quando fu accoltellato il cane del modicano e poi ancora il giorno dopo con un lancio di pietre tra tunisini e modicani. L’associazione Borderline Sicilia onlus denunciò sette modicani che su Facebook avrebbero commentato i fatti, secondo l’organismo con considerazioni pesanti verso gli extracomunitari coinvolti. I sette, difesi dagli avvocati Fabio Borrometi, Michele Ragusa, Raffaele Pediliggieri, Piero Sabellini, Antonio Giannone, Sebastiano Piccolo ed Enzo Cavallo, sono finiti sotto processo che è stato definito dopo un’articolata attività istruttoria con una ordinanza con la quale il giudice unico del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, condividendo la tesi difensiva dell’avvocato Borrometi, e cioè che  non c’è mai stato alcun intento discriminatorio in quelle frase che, per quanto pesanti e forti, non intendevano mettere in risalto l’aspetto razziale, ma solo criticare in modo duro gli eventi accaduti che, nel caso di specie, erano stati determinati da extracomunitari, ha disposto la restituzione degli atti al Pubblico Ministero,   Vindigni, perché il fatto é risultato diverso da quello di imputazione. 

La pubblica accusa  aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per tutti.

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