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“Il paradiso degli iblei”: sabato in edicola la Guida di Repubblica dedicata ai luoghi del Commisario Montalbano

Un omaggio alla parte più colta ed elegante della Sicilia, incastonata tra coste affascinanti e montagne austere, punteggiata di borghi e città dove il barocco ha lasciato i suoi tesori più preziosi e, in certi angoli, il tempo si è fermato nell’atmosfera ovattata dei circoli di conversazione, sul sagrato delle chiese o tra le gole silenziose di antiche cave rupestri. Le Guide di Repubblica dedicano un volume agli Iblei e alcuni dei suoi comuni più affascinanti, da Ragusa a Modica, da Ispica a Scicli fino a Santa Croce Camerina.

Luoghi indissolubilmente legati all’immaginario televisivo del Commissario Montalbano e del suo papà letterario, Andrea Camilleri, al quale abbiamo voluto dedicare un omaggio con una lunga intervista che apre il volume, ripresa e adattata da Francesco De Filippo, in cui il celebre scrittore da poco scomparso ci raccontava la sua Sicilia tra ricordi di infanzia, sapori e profumi ancora fortissimi, paesaggi reali e fortunate invenzioni letterarie.

Luoghi legati alla cultura, all’arte, al cinema, alla letteratura, che hanno dato i natali a Salvatore Quasimodo e Piero Guccione con la scuola di Scicli, Tommaso Campailla e Raffele Poidomani, e che ancora oggi sono negli occhi e nel cuore di tutta Italia grazie ai diversi set cinematografici e televisivi che qui hanno avuto luogo, come “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi, “Anni difficili” di Zampa, “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, fino ai più recenti “La mossa del cavallo” e “La stagione della caccia”. Territori in cui le linee barocche della storia si mescolano con paesaggi di grande suggestione, dove le influenze delle dominazioni spagnole rivivono ancora oggi nei sapori e nei saperi locali.

“A questo spicchio di Sicilia sempre più amata dai turisti, Repubblica ha voluto dedicare una intera Guida ai piaceri e ai sapori – spiega nella sua introduzione al volume il direttore delle Guide Giuseppe Cerasa – Nella convinzione che oltre ai luoghi scelti dal commissario Salvo Montalbano ci sono altri cento e uno motivi per amarla e per elevarla a meta di una vacanza ricca di emozioni.”

A raccontare un patrimonio così vasto e sfaccettato, ci ha dato una mano anche uno dei personaggi più vulcanici e rappresentativi degli Iblei: Ciccio Sultano, chef talentuoso e profondo conoscitore di questa terra ricca di sapori, che ci ha portato tra i suoi luoghi preferiti, da percorrere a piedi – meglio se con scarpe da trekking – o magari in moto.

E così, dopo una serie di itinerari trasversali dedicati ai luoghi della letteratura, del cinema, dell’arte, e alle spiagge più belle, il racconto degli Iblei prende forma attraverso le sue città.

Ragusa, costellata di chiese che con il loro fascino sembrano misurare il tempo e tenderlo all’infinito, tra perle barocche e realtà ancora più antiche; la magia del Castello di Donnafugata e l’eleganza del Giardino Ibleo; le sue feste religiose che si perdono nei secoli ma anche quelle musicali, dedicate alla street art o alla gastronomia; l’artigianato che resiste nelle eccellenze culinarie (basti pensare al rinomato Ragusano Dop, per fare un esempio) come in quelle degli ultimi carradori; e ancora i borghi poco fuori Ragusa con i loro prodotti tipici.

Modica, antica contea del Regno di Sicilia e oggi non solo capitale del cioccolato (riconosciuto Igp) ma anche di un turismo attento e rispettoso, curioso di scoprire le sue chiese o l’antico quartiere Cartellone dalle radici ebraiche, fino alla parte alta della città, i suoi palazzi nobiliari o fuori dall’abitato la magia senza tempo delle Cave d’Ispica.

Senza dimenticare di accendere i riflettori su una scena culinaria sempre più vivace, capace di coniugare antiche tradizioni e suggestioni contemporanee, partendo da prodotti di eccellenza, come la fava cottoia, il tumazzo modicano o i rinomati ‘mpanatigghi, valorizzati da una nouvelle vague di chef di tutto rispetto.

E poi Ispica, dove convivono palazzi liberty e chiese barocche in un’armonia di raro equilibrio, e uscendo fuori dal centro ci si perde volentieri nei richiami della natura, dalla quiete dell’area dei Pantani alla solennità antica del Parco Archeologico della Forza.

Si arriva così a Scicli, esempio mirabile di arte e paesaggi, tradizioni antiche e capacità di leggere il presente: ce lo racconta bene l’artista Franco Sarnari in una bella intervista in cui ripercorre gli anni del Gruppo di Scicli insieme a Piero Guccione e Sonia Alvarez, tra arte e impegno sociale. Ma si legge perfettamente anche nell’elegante passeggiata lungo via Mormino Penna o nella sfilata di palazzi barocchi, nelle “feste di primavera” o nel fascino rupestre delle Grotte di Chiafura.

E infine Santa Croce Camerina, “casa” del Commissario Montalbano con la sua Punta Secca, ma soprattutto ricca di tesori archeologici come l’area di Kamarina e Kaukana, e di edifici storici che raccontano, come le tessere di un mosaico, le diverse testimonianze che la civiltà ha lasciato qui.

E per ogni città non mancano i consigli su dove mangiare, dormire e comprare con ben 108 ristoranti, 76 botteghe del gusto e 57 dimore di charme. E ancora la sezione sulle ricette degli chef, con 20 nomi della ristorazione iblea che ci hanno svelato i loro piatti migliori preparati con prodotti tipici del territorio, da Vincenzo Candiano della Locanda Don Serafino a Ciccio Sultano, passando per Claudio Ruta delle Fenice o Accursio Craparo.

Chiudono la guida due itinerari dedicati rispettivamente all’olio e al vino, con focus sulla tonda iblea e il Cerasuolo di Vittoria.

“E’ con grande soddisfazione che registriamo l’importanza e la bellezza di questa guida – commentano il Sindaco, Ignazio Abbate e l’assessore alla Cultura, Maria Monisteri- che narra non solo luoghi o angoli di questa nostra meravigliosa Modica ma spazi della memoria che trasmettono cultura e saperi: dai monumenti alla nostra impareggiabile enogastronomia.
Ci sono altri motivi aggiunti per raggiungere e visitare Modica: la nostra tradizionale accoglienza e cortesia, quel tratto umano fatto di sobrietà e compostezza tipico della nostra gente che fanno sentire a casa anche a chi l’ha lasciata lontana migliaia di chilometri.
“Il Paradiso degli Iblei” è una forte e intelligente testimonianza del territorio, peraltro in bella veste editoriale, di chi ci vive e di chi intende guardare avanti nella crescita di un turismo culturale, oggi diventato volano esclusivo di una comunità.”

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