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Il Pd chiede inversione di tendenza nella sanità modicana

Periodicamente i disservizi del sistema sanitario nostrano ottengono gli onori della cronaca: un problema (ovviamente a scapito dei cittadini), un’ondata di critiche all’assessore regionale di turno, prese di posizioni varie da parte del primo cittadino, accomodamenti alla meglio delle problematiche e così via sino alla prossima puntata.
Così è stato per il recente caso della chiusura notturna del reparto chirurgia del “Maggiore “ di Modica per l’assenza di personale medico e così è per il passaggio da unità operative complesse a unità semplici di un altro paio di reparti sempre a Modica.
In un’ampia, lenta e silenziosa scia di dismissioni di servizi, chi è al governo della Regione si occupa della sanità a flash, quando emergono dei picchi di criticità non giustificabili e non riconducibili nell’ormai abusato mantra della “riorganizzazione dei servizi”.
Il Pd di Modica chiede un’inversione di rotta. “Vogliamo – dice il segretario cittadino, Ezio Castrusini – che chi ci governa indichi chiaramente come intende migliorare e potenziare un servizio, quello della sanità, irrinunciabile in termini di efficienza e prossimità e certamente non riconducibile a logiche di spending review.
Non ci ispirano logiche campanilistiche a vantaggio di un territorio e a scapito di un altro quanto invece una visione politica che guardi avanti in termini di creazioni di eccellenze di servizi ben distribuiti su tutto il territorio.
A tal fine chiediamo un incontro con i manager dell’Asp per un confronto e per avanzare le nostre proposte”.

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