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L’omicidio di Alice Bredice a Ragusa. Il papà: «Era ossessivo, la seguiva ovunque. E non voleva noi parenti in Sicilia“

TORINO – «Più volte avevo detto a mia figlia Alice di lasciare il marito e portare via le bambine, ma lei non voleva allontanarle troppo da lui». A parlare è Claudio Bredice, il papà di Alice, la ragazza valsusina uccisa dai colpi d’arma da fuoco domenica notte dal marito poliziotto, con cui si era trasferita in Sicilia da circa dieci anni. Claudio vive a Leinì, fa il parrucchiere, lo conoscono tutti. Un uomo distrutto: «Simone era ossessivo con mia figlia, la seguiva ovunque e non poteva mai allontanarsi da sola. Erano sempre insieme. Era riuscito ad allontanarla da tutti noi e dagli amici che aveva qui in Piemonte. Non potevamo neanche andare a trovarla a Ragusa, ce lo aveva vietato». Parole di dolore giungono anche dallo zio della vittima, Alessandro Lupi.«Non dimenticherò mai il volto di Alice, mercoledì scorso a cena. Era preoccupata e angosciata. Le avevo detto di rimanere qui in Valsusa, ma voleva tornare a Ragusa a tutti i costi e adesso non c’è più».

Lo zio vive in Valsusa ed è il fratello della mamma di Alice, Emanuela, morta nel 2015 per Leucemia: «Eravamo legatissimi, era la mia figlioccia. Avevamo mangiato insieme il 24, Alice era tornata qui per le feste di Pasqua insieme alle figlie. Non c’era il marito e già sembrava strano che fosse venuta da sola. Poi a cena mi spiegò i motivi». «Alice mi aveva parlato dei suoi grossi problemi con Simone – spiega lo zio – da tempo mi diceva che era diventato possessivo, la controllava sempre in modo ossessivo e la stalkerizzava telefonandole più volte al giorno, nonostante fosse in servizio in polizia. Forse aveva paura di perderla, ma per mia nipote la situazione era diventata insostenibile e mi diceva: “Zio, questo non è amore”. Anche la figlia più grande se ne era accorta e gliel’aveva detto al padre: “Facendo così mamma ti lascia”».
Alice stava pensando di lasciare il marito. «Aveva intenzione di separarsi, mi aveva spiegato che negli ultimi tempi Simone era cambiato troppo. La situazione era insostenibile, poi lui le chiedeva scusa, piangeva e tutto tornava come prima. A cena mi ero turbato dal vederla così angosciata, al punto che le avevo detto di rimanere ancora qui e non tornare giù da lui. Ma Alice mi aveva rassicurato dicendo che avrebbe risolto la situazione».
La donna, però, non voleva tornare in Piemonte. «Lei mi ha detto che sarebbe rimasta a Ragusa, si era già trovata un lavoro là e avrebbe iniziato ai primi giorni di maggio, ma il marito non accettava di perderla». Negli ultimi tempi Alice veniva più spesso al nord: il marito aveva paura che lei lo tradisse, «anche se mia nipote non aveva altre storie o relazioni. Diceva —spiega ancora lo zio — che amava Simone, ma che a casa c’era troppa pressione. Vista la tragedia, mi chiedo come mai nessuno a Ragusa sia accorto di qualcosa di strano. I colleghi non lo vedevano che stava male, il suo disagio che avvertivano sia la moglie che le figlie?».
corriereditorino

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