
Se credi che tutto il bene stia dalla parte del popolo e tutto il male dalla parte delle cosiddette élite, o sei un cretino ideologizzato, privo degli strumenti che consentono di perforare la superficie delle cose e scandagliare la realtà sottostante, e sei, per giunta, privo di fantasia e influenzabile, o un ipocrita furbo, che mette davanti a tutto il proprio interesse fingendo di fare quello comune. L’amor patrio, celebrato in tutte le salse da Salvini, impegnato a difendere gli italiani bravi e onesti dagli immigrati delinquenti e stupratori, è un aspetto di quel manicheismo sciocco e in malafede e una colossale bufala come una bufala è la dichiarazione surreale dal balcone “Abbiamo eliminato la povertà”. L’inaffidabilità del governo con i suoi continui ribaltamenti e le sue riforme controproducenti, rende superflua la sottolineatura, da parte di alcuni, delle divergenze profonde tra Salvini e Di Maio, mai negate, con la speranza che l’opposizione, si parla di Pd, entri come un cuneo a spezzare l’eterogeneo ammasso Lega-M5s e magari faccia accomodare tra le sue fila una parte di grillini. Si trascura ciò che è evidente anche ai più ingenui. Le divergenze sui vari temi, ultimo la Tav, su cui ieri, da Floris, Salvini e Di Maio hanno dichiarato che troveranno un accordo, passano in seconda linea rispetto alla passione che i due hanno per la carega. Il potere è un collante formidabile che mette tutti d’accordo. Ma il ribadito accordo è uno specchietto per gli allocchi. Lo si è visto a proposito dei rifiuti, un termovalorizzatore per regione contro la raccolta porta a porta, non s’è fatto niente. Stessa cosa per le autonomie: tra costi storici, costi standard, secessione dei ricchi, intese che diventeranno disegni di legge e altro, il discorso è stato accantonato. Poi sarà la volta dell’acqua pubblica e vedremo come andrà a finire. Si ha piuttosto l’impressione che la coabitazione stia annullando le distanze rendendo sovrapponibili un partito e un movimento che solo un anno fa era impensabile potessero stare assieme. Si è capito bene quando Di Maio ha pensato di scaricare sugli iscritti della piattaforma Rousseau la responsabilità di esprimere un voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni sul caso Diciotti. Il modo stesso in cui è stato posto il quesito è stato truffaldino, tanto che Grillo ha commentato: se voti sì vuol dire no, se voti no vuol dire sì. Inammissibile tradire il principio che la legge è uguale per tutti e che quindi anche un politico non può sfuggire al processo. Così, i parlamentari 5stelle, invece di lasciare che i magistrati facessero il loro lavoro, si sono rivolti alla minoranza incompetente della piattaforma, ammaestrata a dovere. E siccome il sospetto è l’anticamera della verità, e siccome la piattaforma è privata, il sospetto è legittimo. Ovviamente Di Maio ha difeso la scelta: ha vinto la democrazia diretta, ha detto. Non basta a sanare la spaccatura tra le due anime del movimento. Ma il potere è potere e non ha esitazioni di fronte al dilemma: garantismo o giustizialismo. I grillini sono possibilisti quando la giustizia riguarda uno di loro e manettari se la cosa ha a che fare con Renzi e la sua famiglia. Quel buontempone di Giarrusso, senatore pentastellato, è intervenuto a dissipare il dubbio: dopo aver gioito per Salvini, non ha avuto nessuna remora a ribaltare nuovamente il codice morale del movimento, facendo il gesto delle manette con riferimento agli arresti domiciliari dei genitori di Matteo Renzi. Ma tutto questo è farsa volta a nascondere la verità allarmante della recessione e la posizione dell’Italia, ultima economia dell’eurozona. Il crollo della produzione industriale (-7,3 per cento) il crollo dell’export, il crollo dell’indice di crescita dei consumi, il crollo del pil, il crollo del lavoro (-355 posti al giorno) il crollo della capitalizzazione delle banche, lo spread a 275 punti. Il primo trimestre registrerà una crescita negativa e Il 30 aprile il Documento di economia e finanza attende al varco il governo che ogni tre su due spergiura che non ci sarà alcuna patrimoniale. Servirà una manovra di rientro di 10/15 miliardi più 23 miliardi per la sterilizzazione dell’aumento Iva 2020. Cosa inventeranno i cialtroni di governo quando non potranno più nascondere la realtà? Sui dati economici e non su schieramenti e alleanze dovrebbero ragionare le opposizioni e prepararsi al muro contro muro. Sui dati economici dovrebbero riflettere anche gli elettori che hanno chiuso le porte in faccia alle élite ritenendole causa di tutti i mali. Mali peggiori incombono e tutti made by Salvini &Di Maio. Riprendiamoci le élite e facciamo come i francesi che dopo settimane di devastazioni ad opera di criminali si stanno rendendo conto che i gilet fosforescenti sono una minaccia all’economia e allo stato di diritto, mentre Macron sta risalendo nei consensi. Bisogna cominciare a fare ordine e disintossicare la mente dalle stronzate populiste. ritafaletti.wordpress.com