Di scene teatrali montate al Centro di primo soccorso di Pozzallo ne abbiamo viste molte nel corso di lunghi anni di lavoro giornalistico.
Numerose anche le balle ascoltate. E, a quanto pare, l’andazzo continua.
Chi, travagliato da miserandi interessi clientelari legati ad un modo vecchio, becero e, purtroppo ancora oggi redditizio di fare politica, parla di strumentalizzazione, farebbe bene a riflettere sul peccato mortale commesso per avere nascosto criticità e disservizi vari e continui registrati nel corso delle decine di gestioni che si sono succedute all’interno della struttura ricettiva di primo soccorso (Cpsa). Che, lo ricordiamo a beneficio di chi straparla di accoglienza, è altra cosa rispetto al lavoro svolto dai Centri di accoglienza di secondo livello.
Se avere raccontato nel corso degli anni di vaschette di cibo non consumato buttate nella spazzatura, di manutenzione dei locali e degli impianti perennemente carente, di continuo mancato rispetto della convenzione sottoscritta tra il Comune e la Prefettura, di pessime condizioni igienico-sanitarie dei locali, di fuga di migranti dal Centro prima ancora di essere identificati, di sovraffollamento disumano della struttura (collaudata per 180 persone) ove spesso sono stati ammassati 600-700 migranti, di indagini della Guardia di Finanza avviate su disposizione della Procura della Repubblica di Ragusa conclusesi con il rinvio a giudizio (processo ancora da celebrare) di cinque dipendenti comunali con la grave accusa di frode e truffa, della relazione negativa inviata a dicembre del 2015 da Medici Senza Frontiere alla commissione senatoriale per sollecitare la chiusura del Centro di primo soccorso di Pozzallo a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie e della carenza di alcuni servizi importanti, di locali liberati a grande velocità dalla presenza di migranti in occasione di visite da parte di delegazioni di deputati regionali, nazionali ed europei, di “recite” ben preparate per costruire una immagine del Cpsa diversa da quella reale, se tutto questo ed altro ancora su cui siamo sempre pronti a ritornare, significa strumentalizzare fatti ed eventi, fra l’altro raccontati in alcuni nostri libri, si spiega perfettamente il detto “non c’è più religione!”, giusto per non dire altro.
- 5 Febbraio 2025 -