Caro Arnaud Beltrame,
ti sei volontariamente offerto a sostituire una sconosciuta presa in ostaggio da un islamico terrorista. Ti rendevi conto di affidare la tua vita ad un assassino? Ti rendevi conto che a fronte dei Tuoi doveri di gendarme avevi anche doveri nei confronti della Tua famiglia? Dimmi, cosa Ti ha spinto ad adempiere innanzitutto al dovere pubblico? Ti ha spinto forse il desiderio di gloria? La gloria è bella se goduta in vita…ma da morto…
Il Tuo comportamento è stato un atto di altruismo, che altro non è che l’anticamera dell’eroismo. Oggi, dato l’esito della vicenda, possiamo dire che sei un eroe. Sei passato in questo mondo come uomo e vi rimani per sempre come eroe.
Ma bada, di questi tempi un eroe è scomodo, molto scomodo.
Fra qualche giorno di Te non si parlerà più. Dopo i funerali alla presenza della vedova e della autorità di governo, dopo la celebrazione solenne del Tuo coraggio e la consegna di medaglie e magari della seconda Legion d’Onor alla memoria, di Te non si parlerà più.
Che sarà così basta fare memoria, per esempio, di Fabrizio Quattrocchi, assassinato, come Te, da terroristi islamici davanti alle telecamere, l’uomo che gridò ai suoi vili carnefici mentre tentava di strappare la benda che gli copriva gli occhi: ”Ora, vi faccio vedere come sa morire un italiano”.
E basta fare memoria di Padre Jacques Hamet, assassinato altrettanto vilmente, come Te, da terroristi islamici dentro una chiesa francese mentre celebrava messa.
E così, Arnaud Beltrame e Fabrizio Quattrocchi, due eroi; padre Hamet, un martire.
Vedi, queste doti di autentico coraggio ormai da tempo sono invise alla stragrande maggioranza degli umanoidi, i quali guardano a questi figure sacrificali non con ammirazione e spirito d’emulazione, come succedeva un tempo, ma con invidia. Questa nasce dalla cultura imperante della mediocrità che governa la nostra società e qualifica, anzi dequalifica, la civiltà d’oggi.
Allora è meglio dimenticare che ricordare eroi come Te, meglio affidare il Tuo eroismo all’oblio.
Sappi, caro Arnaud, che che l’oblio è la dote dei mediocri. Con l’oblio i mediocri, ancorché dominanti perché nascosti in strumentali e protettive maggioranze, esorcizzano la loro viltà.
Ma, buon per Te, restano mediocri.
Carmelo Scarso
- 30 Ottobre 2024 -